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Data: 30/06/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tornano a scuola 340 sindacalisti, serviranno meno supplenti

ROMA Almeno 340 sindacalisti dal prossimo anno torneranno a svolgere mansioni lavorative nella scuola, come docenti o tra il personale tecnico e amministrativo. E di conseguenza diminuirà il numero dei supplenti da reclutare per il prossimo anno. È il primo effetto della norma contenuta nel decreto di riforma della pubblica amministrazione, che dimezza a partire dal primo settembre distacchi e permessi sindacali. Il conteggio relativo alla scuola è inserito nella relazione tecnica al provvedimento, ma la cifra è probabilmente sottostimata perché comprende solo i distacchi veri e propri e non i permessi, il cui taglio - verificabile solo a consuntivo - genererà ulteriori spazi di reimpiego del personale.
I CONTI DELLA RAGIONERIA
Complessivamente risultano 681 posizioni di distacco autorizzate per il comparto scuola. Dunque 340 sono destinate a essere soppresse nel prossimo anno scolastico. La Ragioneria generale dello Stato ha ipotizzato che i distacchi in meno siano ripartiti in proporzione di due terzi e un terzo tra docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Applicando queste quote alle rispettive retribuzioni medie annue (33 mila e 24 mila euro) si ottiene un risparmio lordo di circa dieci milioni di euro.
Toccherà alle stesse organizzazioni sindacali nelle prossime settimane decidere quali dipendenti resteranno distaccati e quali invece torneranno in aula o comunque a prestare la propria opera nei locali scolastici. Queste comporterà - hanno lamentato alcuni sindacati - una riduzione dell’impegno a favore degli altri lavoratori, come ad esempio i precari.
Gli effetti sulle altre amministrazioni sono più difficili da quantificare perché a differenza di quanto avviene nella scuola non c’è sempre la necessità inderogabile di rimpiazzare i dipendenti che usufruiscono dei distacchi, e dunque potrebbe non concretizzarsi una minore spesa per il venir meno di assunzioni sostitutive. Comunque visto che il comparto scuola da solo rappresenta da solo quasi un terzo del personale pubblico complessivo, si può ipotizzare che i sindacalisti coinvolti saranno oltre un migliaio, senza contare l’effetto connesso al dimezzamento dei permessi.

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