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Pescara, 24/11/2024
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Data: 01/07/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Inciuci sulle nomine» M5S abbandona subito il Consiglio. Eletti Gatti (Fi) e D’Ignazio (Ncd), I grillini lasciano l’aula D’Alfonso: regole da cambiare. Ma è scontro per la Vigilanza. Un abbraccio ed è pace fra Brucchi e D’Alfonso

L’AQUILA Mentre la voce del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, risuona fra i banchi del Consiglio arrivando – grazie agli altoparlanti - anche all’esterno, la consigliera grillina Sara Marcozzi, nel suo completo nero, si alza dal banco e con lo sguardo di chi sembra non avere scelta, gira i tacchi e lascia l’aula. Dietro di lei, anche gli altri consiglieri pentastellati (Riccardo Mercante, Pietro Smargiassi, Gianluca Ranieri, Domenico Pettinari e Leandro Bracco). Un gesto che la dice già lunga sui futuri rapporti tra maggioranza e opposizioni di questa decima legislatura, ieri finalmente entrata nel vivo con la seduta d’insediamento. I nodi degli umori e dei presunti ostacoli per la maggioranza di governo regionale, stanno (quasi) tutti qui: nel gesto dei consiglieri del M5S che denunciano “l’inciucio”, lo “stupro della democrazia”, il ritorno del vecchio modo di fare politica, che «esclude le forze politiche che non vi rientrano«, dice la Marcozzi, dopo avere riflettuto, dietro al suo computer, sul da farsi. Tutto nasce dalla mancata elezione dei grillini alla vicepresidenza del consiglio regionale, andata invece a Lucrezio Paolini (Idv, con 15 voti) e Paolo Gatti (Fi, con 10), mentre il candidato m5s, Riccardo Mercante, ne ha ottenuti 6. Dopo la pausa per le consultazioni, la Marcozzi aveva chiesto «un gesto di responsabilità ai consiglieri della maggioranza», affinché si astenessero dal votare a favore di Mercante, «espressione dell’unica vera forza politica oggi qui: il Movimento 5 stelle». Una richiesta additata come “irragionevole” dall’ex assessore Mauro Febbo, e caduta nel vuoto anche per la votazione sui consiglieri segretari: Alessio Monaco (Regione Facile) e Giorgio D’Ignazio (Ncd), quest’ultimo con 9 voti di cui due da Abruzzo Civico, paventando, anche qui, malumori in seno al centrosinistra. Fatto sta, che in conclusione di una giornata campale per la nuova legislatura, i grillini hanno dettato il ritmo del concerto.
BAGNO DI FOLLA. Al di là del caso-M5S, D’Alfonso ha incassato l’en plein. Piena come un uovo l’aula del Consiglio, dove già alle 11 (ora prevista per l’inizio della seduta) non era più possibile nemmeno mettere il naso; pieno anche il cortile dove un maxischermo ha mandato in diretta l’intera seduta. Vuota, invece, l’aula multimediale, non funzionante con disappunto dei giornalisti. Funzionante a singhiozzo anche la connessione internet. Segno che la Regione, se vuole rinnovare i contenuti, deve partire dal rinnovare le proprie basilari infrastrutture. Oltre all’apparizione veloce ma significativa del ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, la sala era gremita di autorità, tra cui il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e quello di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, e tanti altri primi cittadini. C’erano gli arcivescovi dell’Aquila e di Pescara, il segretario della Cgil, Gianni Di Cesare, e quello della Uil, Maurizio Spina, i rettori degli atenei, aquilano (Paola Inverardi) e teramano (Luciano D’Amico).
DI PANGRAZIO. Con 25 voti e 6 schede bianche Giuseppe Di Pangrazio è stato eletto presidente del Consiglio. Difesa del lavoro, snellimento della burocrazia dell’ente, vicinanza ai Comuni nell’iter di accesso ai fondi comunitari sono alcuni dei punti sui quali Di Pangrazio ha promesso impegno nel suo discorso d’insediamento. I DEBUTTANTI. Emozionati e consapevoli «della grande responsabilità» , i volti nuovi del consiglio regionale. Alcuni non arrivano a 40 anni, come Gianluca Ranieri, 39 anni, consulente per le piccole imprese e artista, e Sandro Mariani (capogruppo pd) , laureando 32enne in Veterinaria. D’ALFONSO AMBIZIOSO. «Voglio ridare agli abruzzesi il diritto all’ambizione». Così il governatore ha sintetizzato il suo progetto per la regione. Citando “l‘Indagine Iarac” del 1909, ha tenuto un lungo discorso programmatico. Imprese, sanità, infrastrutture, università saranno al centro dell’agenda di governo, oltre «all’opposizione netta alle piattaforme petrolifere nei nostri mari» e l'idea di "ridisciplinare lo Statuto regionale. Poi, il passo verso i grillini, di concerto con il suo braccio destro, Camillo D’Alessandro: «Cambieremo il regolamento per permettere a tutte le coalizioni di essere presenti. Una volta c’erano due poli, mentre ora sono tre». Adesso resta un’unica speranza per il M5S: ottenere la presidenza della Commissione di Vigilanza. Ma anche qui il centrodestra ha già fatto il suo nome: Lorenzo Sospiri.

Un abbraccio ed è pace fra Brucchi e D’Alfonso

TERAMO Baci e abbracci. Le acredini della campagna elettorale sono superate tra il sindaco Maurizio Brucchi e il governatore Luciano D'Alfonso. Il sindaco ieri mattina ha partecipato, su invito del presidente e del suo capo di gabinetto Claudio Ruffini, alla seduta d'insediamento del consiglio regionale. E' stata l'occasione per ristabilire l'equilibrio dei rapporti istituzionali dopo le tensioni della campagna elettorale e le accuse lanciate da Brucchi nei confronti di D'Alfonso nella notte del ballottaggio. «Era importante che partecipassi alla seduta d'insediamento del consiglio regionale», sottolinea Brucchi, «anche perché da parte mia non c'è mai stato nulla di grave». D'Alfonso, in apertura dei lavori, ha abbracciato e baciato il sindaco. «E' stato molto gentile», spiega il primo cittadino, «la campagna elettorale è finita e lui sarà il governatore di tutti, anche di chi non l'ha votato». Il presidente, durante la seduta, ha confermato a Brucchi un'imminente visita in città. «Presto verrà a Teramo», sottolinea il sindaco, «per affrontare le problematiche del territorio». Secondo Brucchi, le polemiche sono state giustificate dalla tensione per le elezioni. «D'Alfonso ha fatto la campagna elettorale», sottolinea il sindaco, «ed è stato giusto che io facessi il mio ruolo di candidato». Di quegli scontri verbali, però, non è rimasta alcuna traccia. Brucchi è pronto a collaborare con il presidente della Regione per affrontare le questioni che interessano il futuro della città. «Mi aspetto risposte concrete e sono certo che arriveranno per il bene del territorio», conclude il primo cittadino, «D'Alfonso è il mio governatore»

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