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Data: 01/07/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Solo posti in piedi all’Emiciclo. Ma le sorprese non arrivano Clima da primo giorno di scuola tra nuovi e vecchi consiglieri Giuseppe Di Pangrazio è il presidente del Consiglio regionale

L’AQUILA Clima da primo giorno di scuola a Palazzo dell’Emiciclo. L’insediamento del nuovo Consiglio regionale, scandito dalla solita liturgia pomposa e caratterizzato dalla passerella delle massime autorità politiche, militari e religiose, sarà movimentata soltanto a fine mattinata, dalla plateale protesta dei sei esponenti del Movimento 5 Stelle, che quando il presidente della Regione inizia il suo discorso, abbandonano l’aula in segno di protesta. Prima che inizino i lavori, invece, sembra di assistere ad una rimpatriata. La storica esponente della Dc abruzzese, Anna Nenna D’Antonio, abbraccia il sottosegretario Legnini e dispensa consigli al giovane assessore Paolucci. Il sindaco dell’Aquila, Cialente e la senatrice Pezzopane fanno gli onori di casa, mentre la senatrice Chiavaroli saluta calorosamente Gianni Chiodi e Paolo Gatti. In platea tanti volti noti del presente e del passato: Antonio Castricone e Gianni Melilla, Romeo Ricciuti, Antonio Falconio e Giovanni Pace, Giuseppe Tagliente e Nazario Pagano. Qualche minuto dopo le 11, il consigliere anziano Mario Oliveri dà inizio ai lavori, procedendo alla costituzione dell’Ufficio provvisorio di presidenza, che resterà in carica solo per pochi minuti, il tempo di eleggere il nuovo presidente del Consiglio. A raccogliere l’eredità di Pagano è il democrat Giuseppe Di Pangrazio, che ottiene i voti di tutti i consiglieri del centro-destra e del centro-sinistra. I sei esponenti grillini votano scheda bianca, mentre i due consiglieri di Abruzzo Civico, estromessi dalla giunta e reduci da una dura polemica con il neo governatore, rientrano nei ranghi. D’Alfonso, per pochi istanti, abbandona il suo posto e si affaccia all’esterno dell’aula, dove un centinaio di cittadini segue la seduta in streaming: un breve saluto e l’ennesima pioggia di applausi. La vera partita inizia subito dopo la proclamazione di Di Pangrazio e riguarda l’elezione dei due vice presidenti del Consiglio. Il posto in quota alla maggioranza è già blindato attorno al nome di Lucrezio Paolini. I giochi sono fatti anche per la poltrona riservata all’opposizione, che sarà assegnata a Paolo Gatti, con la complicità della maggioranza. Il rituale, però, vuole che la seduta sia sospesa per una manciata di minuti, in modo da consentire alle diverse anime dell’opposizione di ricercare un’improbabile intesa, che puntualmente non arriva. Prima del voto la grillina Marcozzi prende la parola, per chiedere ai consiglieri della maggioranza di rinunciare ad esprimersi sulla vice-presidenza in quota all’opposizione, ma il capogruppo di Forza Italia, Mauro Febbo, protesta e il suo omologo del Pd, Camillo D’Alessandro, rivendica l’autonomia di scelta della propria parte politica. Ancora una volta i grillini finiscono sotto: Paolini ottiene 15 preferenze, Gatti 10 (3 in più rispetto a quelle del solo centro-destra) e il pentastellato Ranieri le solite 6. Copione identico per l’elezione dei due consiglieri segretari: la maggioranza vota Alessio Monaco e presta un paio di voti al centro-destra, che piazza Giorgio D’Ignazio. La reazione del Movimento 5 Stelle è composta, ma decisa. I sei consiglieri grillini, quando D’Alfonso prende la parola, si alzano e se ne vanno, gridando all’inciucio. Un copione già scritto.

Il saluto tra Gianni Chiodi e Luciano D’Alfonso prima dell’inizio della seduta del Consiglio regionale ieri all’Aquila. Un passaggio di consegne tra chi ha guidato l’Abruzzo negli ultimi cinque anni e il nuovo governatore.

In sala all’Aquila anche du epezzi da novanta della Chiesa abruzzese: l’arcivescovo di Pescara Tommaso Valentinetti e dell’Aquila Giuseppe Petrocchi. Presenze particolarmente gradite al cattolico governatore D’Alfonso. Benedizione garantita.

A volte ritornano: è il caso di ogni inizio di legislatura dove in prima fila all’Emiciclo è possibile ritrovare ex presidenti di giunta o di consiglio regionale. Oltre ovviamente a parlamentari abruzzesi. Anche ieri protocollo rispettato.

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