Da una parte lo stato di agitazione proclamato dalla Gtm e dall’altro il deciso altolà al Filò degli ambientalisti dei comitati a difesa della strada parco. La dichiarata intenzione del sindaco Marco Alessandrini di rivedere il progetto del filobus, unitamente alle contrarietà a questa scelta espresse dal Cesmot (Centro studi mobilità e trasporti) ha suscitato le immediate reazioni del fronte sindacale pescarese e regionale, favorevole al progetto appaltato dalla Gtm, e per opposte ragioni quelle degli ambientalisti e dell’associazione Carrozzine determinate, i quali ribadiscono perplessità fondate su presunti errori che a loro dire minano alle fondamenta quel progetto.
Netta la presa di distanze dalle segreterie regionali e provinciali di Filt Cgil, Faisa Cisal e Ugl Trasporti dalle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Alessandrini, e dal neo assessore alla mobilità, Del Vecchio, secondo i quali l’amministrazione comunale ipotizza la possibilità di lasciare da parte un Filò con pali e fili elettrici per favorire un sistema di trasporto pubblico con mezzi più snelli e meno impattanti. Ipotesi peraltro messa nero su bianco nella lettera indirizzata al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Proprio come ha fatto il Cesmot, i sindacalisti (Franco Rolandi, Luciano Lizzi e Giuseppe Lupo per le segreterie regionali, Patrizio Gobeo, Angelo Leone e Gabriele D’Aloisio per le segreterie provinciali e Rsa) riprendono e rilanciano un grido d’allarme esprimendo timori sulle conseguenze che la revoca o anche solo una revisione del Filò potrebbe determinare sul servizio di trasporto pubblico in città e nell’area tra Pescara e Montesilvano: «Non possiamo ignorare o sottovalutare le possibili ricadute economiche e quindi occupazionali che una tale decisione potrebbe comportare sulla società Gtm» scrivono tra l’altro le sigle sindacali, annunciando ovvero ribadendo la proclamazione dello stato di agitazione con richiesta di incontro urgente. «Siamo contrari all’ipotesi di dover rimettere tutto in discussione - dicono i sindacati - pur essendo consapevoli che in presenza di eventuali presunte non conformità nell’esecuzione dell’opera, le stesse andrebbero affrontate e risolte a cominciare dalle problematiche legate alla presenza sul tracciato di quelle barriere architettoniche che, evidentemente, sussisterebbero anche nell’ipotesi dell’uso di bus elettrici».
Ma l’opposizione al Filò, stando agli ambientalisti dei comitati, trova giustificazioni che vanno ben oltre i fattori estetici dell’opera: «Da anni denunciamo i gravi errori e le magagne di un appalto sbagliato tecnicamente e ancora oggi privo del titolo autorizzatorio della Valutazione d’impatto ambientale» scrive Loredana Di Paola del Wwf-L’Altra Città Pescara, che contesta il passaggio di mezzi di 18 metri, non ritenuti di tecnologia innovativa e che annullerebbero l’habitat urbano di pregio consolidato e utilizzato ormai da migliaia di persone».