PESCARA Stato di agitazione, cioè alto rischio di sciopero degli autobus, per difendere la filovia. Così le segreterie provinciali e regionali di Filt-Cgil, Faisa Cisal e Ugl trasporti rispondono al sindaco Pd Marco Alessandrini che il 23 giugno scorso ha chiesto, con una lettera al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, di «rivisitare l’opera e individuare forme più proficue di investimento dei fondi ancora disponibli», cioè circa 20 milioni di euro dei 31 dell’appalto. Se Alessandrini chiede una riunione urgente a D’Alfonso, la chiedono anche i sindacati. E lo fanno con lo stesso mezzo, una lettera mandata ad Alessandrini, a D’Alfonso, a Carla Mannetti della direzione regionale Trasporti e al prefetto Vincenzo D’Antuono: «Siamo contrari all’ipotesi di dover rimettere tutto in discussione». È l’esito di un’assemblea dei lavoratori della Gtm convocata dopo le dichiarazioni del sindaco e del vice Enzo Del Vecchio contrarie alla filovia. «La realizzazione di quest’opera, a nostro avviso», dicono Franco Rolandi e Patrizio Gobeo della Filt-Cgil, Luciano Lizzi e Angelo Leone della Faisa Cisal e Giuseppe Lupo e Gabriele D’Aloisio dell’Ugl trasporti, «è di fondamentale importanza non solo per Pescara e Montesilvano, direttamente interessate, quanto per l’intera area metropolitana che necessita di un trasporto pubblico altamente ecologico e di massa in grado di rispondere concretamente sia alle esigenze di mobilità del territorio e sia al problema dell’inquinamento ambientale che rende Pescara la provincia più inquinata d’Abruzzo con livelli inaccettabili al pari delle grandi città metropolitane. Le esigenze di mobilità e i livelli di inquinamento, nonostante siano passati ben 15 anni dalla conferenza dei servizi che espresse senza alcun tipo di riserva e con un pieno e convinto sostegno l’idea di realizzare un collegamento filoviario lungo l’ex tracciato ferroviario compreso tra Pescara e Montesilvano, sono paradossalmente cresciuti rendendo ormai insostenibile la viabilità e la mobilità cittadina». I sindacati si schierano per la filovia: «Abbiamo sostenuto con convinzione, sin dall’inizio, la realizzazione di quest’opera sia perché favorirebbe un sensibile aumento della velocità commerciale dei mezzi pubblici e sia perché andrebbe a ridurre l’elevata concentrazione nell’aria di benzene, polveri sottili ed altri prodotti della combustione». Alla politica che, a lavori quasi finiti e con 10 milioni di euro già spesi, vuole cambiare il progetto i sindacati dicono: «Siamo contrari all’ipotesi di dover rimettere tutto in discussione pur essendo consapevoli che, in presenza di eventuali presunte non conformità nell’esecuzione dell’opera, le stesse andrebbero affrontate e risolte a cominciare dalle barriere architettoniche che, evidentemente, sussisterebbero anche con bus elettrici». I sindacati, poi, analizzano il nodo occupazionale: «Non possiamo ignorare o sottovalutare le possibili ricadute economiche e occupazionali che una tale decisione potrebbe comportare sulla Gtm, azienda di trasporto regionale, nella quale operano oltre 400 addetti compreso l’indotto e che costituisce la stazione appaltante della filovia»