PESCARA. La filovia di Pescara non deve essere bloccata.
La richiesta arriva da Roma, dal Centro Studi sulla Mobilità e Trasporti dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi del sindaco Marco Alessandrini e dell’assessore Enzo Del Vecchio. La strada per Filò sembra in salita ma da più parti arrivano richieste di operare con cautela prima di smantellare l’opera. Con il cambio della giunta il futuro appare incerto nonostante i lavori quasi finiti,191 pali già messi, i fili per l’elettrificazione tesi sul tracciato, le pensiline al loro posto per un totale di 10 milioni di euro spesi.
Oggi il presidente della Gtm, Michele Russo, in una intervista al Tg3Abruzzo ha ribadito che è contrario alla legge cambiare un progetto in corsa, così come chiesto dal sindaco Alessandrini che vorrebbe sostanziali modifiche all’opera. Per il momento ha chiesto al governatore Luciano D’Alfonso una riunione «per rivisitare l’opera e individuare forme più proficue di investimento dei fondi ancora disponibili».
«C’è la forte possibilità», ha detto Russo, «di andare incontro ad una serie di ricorsi, non tanto della Gtm quanto della ditta che ha vinto l’appalto senza considerare che a questo punto potrebbero impugnare le modifiche anche quelle ditte che non hanno vinto la gara iniziale».
«Gentile sindaco, non faccia l'errore fatto in passato», interviene invece il Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, chiedendo di non assecondare le «crociate» dei cittadini. Non fare, dunque, come «quando si gettò alle ortiche il collegamento ferroviario tra Pescara e Penne in nome dei "moderni" autobus, non faccia l'errore fatto in molte città italiane, che nell'impeto modernista degli anni '60 decisero di rinunciare ai loro tram e filobus e che ora soffocano di traffico, non dia retta a certi "ecologisti della domenica" che , affetti dalla sindrome nimby vaneggiano sull'estetica dei pali Meglio qualche palo in più ma una città ecologica e con meno inquinamento, oppure meglio preservare "la vista del cielo" dando retta a questa gente e morire di traffico ed inquinamento?»
Anche i sindacati prendono posizione e chiedono di non gettare a mare l’intero progetto. Franco Rolandi (Filt Cgil), Luciano Lizzi (Faisa Cisal) e Giuseppe Lupo (Ugl Trasporti) non hanno dubbi: «questa opera è di fondamentale importanza non solo per le due città (Pescara e Montesilvano) direttamente interessate, quanto per l’intera area metropolitana la quale necessita di un trasporto pubblico altamente ecologico e di massa in grado di rispondere concretamente sia alle esigenze di mobilità del territorio e sia al problema dell’inquinamento ambientale che rende Pescara la provincia più inquinata d’Abruzzo».
«Siamo contrari», insistono, «all'ipotesi di dover rimettere tutto in discussione pur essendo consapevoli che in presenza di eventuali presunte non conformità nell’esecuzione dell’opera, le stesse andrebbero affrontate e risolte a cominciare dalle problematiche legate alla presenza sul tracciato di quelle barriere architettoniche che, evidentemente, sussisterebbero anche nell'ipotesi in cui si utilizzassero bus elettrici».
«Il problema della filovia non è un "problema di pali e fili" ma la questione e tutta relativa alla distruzione di un percorso verde pedonale, ciclabile di cui i cittadini ormai si sono appropriati da un ventennio», commenta invece Loredana di Paola. «L'opera, così come progettata non può coesistere con i ciclisti, con i numerosi cittadini che la percorrono a piedi, con tutte le categorie svantaggiate che la usano trovandone giovamento, con il verde ormai radicato sul tracciato e molto altro».
Il WWF, le Carrozzine Determinate, la Lista elettorale L'Altra Città , i comitati dei residenti non hanno mai messo in dubbio l'utilità di un sistema di trasporto sostenibile ma nel corso di questi anni si sono contrapposti alla filovia così come concepita.