PESCARA «Se Luciano D'Alfonso vuole onorare Emilio Mattucci, e i suoi nuovi compagni di viaggio aquilani, Lolli e Cialente, dare il giusto riconoscimento all'intelligenza e al coraggio di Claudio Petruccioli, debbono contribuire a consolidare, non a minare, con l'alibi della spending review, l'equilibrio L'Aquila-Pescara concludendo subito l'operazione dell'amministrazione Chiodi della nuova sede pescarese degli uffici e degli assessorati regionali, ormai nella fase finale e a costo praticamente zero, situata sulla Tiburtina, a poche centinaia di metri dal territorio provinciale di Chieti». A parlare è l'ex deputato Raffaele Delfino, oggi 83enne, che ricorda al neo governatore di essere andato, il giorno dopo l'elezione, a pregare sulla tomba di Mattucci, primo presidente in Abruzzo, perché lo considera un esempio e che per questo motivo spera che il progetto di trasferire tutti gli uffici regionali pescaresi, oggi suddivisi in vari sedi, non decada. «A mio avviso», dice Delfino, «il più grande merito di Mattucci è lo statuto regionale che ha pacificato l'Abruzzo, con la divisione dei compiti e delle funzioni tra L'Aquila e Pescara, anche se il vero coraggioso protagonista fu il segretario regionale del Pci Petruccioli, che pagò la sua intelligente iniziativa con la destituzione e il trasferimento a Milano. La soppressione del Tar Pescara deve far capire che, nella confusa realtà parlamentare, basterebbe un emendamento alla Camera dei deputati per gettare l'Abruzzo nel caos». L'ex deputato missino suggerisce inoltre al governatore di impegnarsi al massimo per far sì che Pescara e l'Abruzzo non vengano tagliati dall'alta velocità ferroviaria. «È giusto che D'Alfonso incontri i vertici di Rfi, ma migliorare la Pescara-Roma, progettare la Pescara-Pratola-L'Aquila e la fermata all'aeroporto, e anche velocizzare la dorsale adriatica, sono pannicelli caldi applicati su una vera e propria amputazione. Suggerisco di mobilitare gli abruzzesi per l'Alta velocità ferroviaria Bari-Pescara-Ancona, prima che si realizzi la Bari-Napoli che taglierebbe l'Abruzzo e il medio Adriatico».