L’AQUILA - "Credo di aver scoperto che gli operai edili dell’Aquila, dai muratori ai carpentieri, dai gruisti agli idraulici, devono essere tutti stupidi e incapaci perché non lavorano nella nostra città".
Ha usato l’ironia amara Massimo Cialente, ieri al termine della riunione chiesta dallo stesso sindaco al prefetto, Francesco Alecci, del tavolo della ricostruzione, per discutere delle regole necessarie per normare la cosiddetta ricostruzione privata.
La istanza è stata reiterata all’indomani dell’arresto di sette imprenditori, di cui tre aquilani, nell’ambito dell’inchiesta della procura distrettuale antimafia abruzzese su presunte infiltrazioni dei casalesi nel cratere del terremoto, dove queste imprese facevano lavorare operai da fuori regione a discapito degli aquilani.
Un aspetto denunciato da Cialente, che a muso duro proprio nella riunione di ieri ha rincarato la dose, dimostrando di essere ancora furioso per il fenomeno emerso dall’inchiesta e puntando anche il dito nei confronti degli imprenditori coinvolti.
"All’Aquila e nel cratere lavorano manovali che vengono dal resto d’Italia, quindi mi chiedo se anche portare la ‘callarella’ richiede una particolare abilità che i nostri non hanno - ha continuato Cialente - Al di là di vicende come quella che è al centro dell’attenzione dell’autorità giudiziaria, penso che sia bene che gli aquilani che hanno dato la commessa di ricostruzione a tante imprese aquilane, sappiano che non stanno facendo gli aquilani. È un modo per capire perché nel più grande cantiere d’Europa non ci sono operai aquilani. Allora non è capace nessuno di noi, dal sindaco alla Giunta".
Alla riunione di ieri hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario all’Economia con delega alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, il prefetto Alessandra Guidi, componente del Comitato di coordinamenti per l'alta sorveglianza delle grandi opere (Ccasgo), i rappresentanti delle Forze dell'Ordine, il vice sindaco ed ex Procuratore della Repubblica, Nicola Trifuoggi, l'assessore comunale alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, i responsabili delle parti sociali e il consigliere regionale del Partito democratico, Pierpaolo Pietrucci.
Cialente ha definito la riunione "un ‘franco confronto’, piuttosto tesa. Come Comune dell’Aquila abbiamo chiesto regole, quello che succede adesso era stato previsto e anche denunciato, ma la stalla si chiude quando i buoi sono fuggiti".
"Oggi qualsiasi arresto, un avviso di garanzia sul vice sindaco, gettano un’ombra sull’Aquila, sugli aquilani, sulla ricostruzione, ma non è colpa nostra. La comunità aquilana aveva chiesto regole che non sono state date", ha concluso.
LEGNINI, ''SUBITO NUOVE NORME''
"Entro il 20 luglio mi impegno a presentare una proposta organica per garantire norme piú efficaci e trasparenti sulla ricostruzione privata. deciderà poi il governo quale dovrà essere il veicolo legislativo piú appropriato", le parole di ieri di Legnini.
"Nei prossimi giorni - ha spiegato Legnini - ascolteró tutti i soggetti coinvolti, per arrivare ad un testo condiviso, a partire dai parlamentari, dai sindaci e dalle associazioni sindacali e di categoria".
Il sottosegretario ha sollecitato l'avvio in tempi rapidi del sistema dei badge, per rendere più efficace il controllo di tutti coloro che lavorano nei cantieri sulla base della proposta elaborata dal Comune dell'Aquila. "Si tratta di un obbligo che spetta alle imprese assolvere d'accordo con i sindacati", ha spiegato Legnini.
Per quanto riguarda le nuove norme sulla ricostruzione privata, tre i principali capitoli sui quali si dovrebbe intervenire.
Prima di tutto il divieto di ogni forma di intermediazione negli appalti privati.
Secondo punto, "anche se delicato perché riguarda soggetti privati", l'introduzione di limiti al subappalti, sul modello della disciplina del settore pubblico.
Terzo elemento, maggiore completezza informativa delle white list, per ottenere costantemente un quadro aggiornato dei contratti stipulati delle imprese.
Infine, un meccanismo che contemperi l'entità dei contributi con la concorrenzialità, in quanto la norma sull'obbligo di invito a cinque ditte non sta dando risultati apprezzabili.
"Trasparenza e legalità - ha poi affermato il sottosegretario - non sono solo valori in sé ma rappresentano una condizione imprescindibile per continuare speditamente la ricostruzione e per ottenere le ulteriori e necessarie risorse pubbliche".
Sull'Europa, Legnini ha dichiarato che "abbiamo due partite aperte: quello delle tasse e quello delle risorse. Questo è un periodo molto importante sul fronte europeo, visto che parte il semestre italiano. Sulle tasse stiamo sviluppando un confronto molto ravvicinato. Mi auguro che questo capitolo si chiuda al meglio al più presto. In riferimento alle risorse, credo che ci sia un nesso strettissimo tra la richiesta italiana del premier Matteo Renzi per avere più flessibilità sugli investimenti e il grado di possibilità di soddisfare l'esigenza della ricostruzione all'Aquila - ha concluso -. Ma vanno comunque spesi prima i soldi che già ci sono".