Nell’ambiente del TPL è la notizia del giorno e anche FerPress non può fare a meno di darne conto ai suoi affezionati lettori.
C’è uno stimato professionista che, quattro anni or sono, viene scelto da un’azienda pubblica che gestisce un’ importante rete di trasporto pubblico per entrare nel Collegio sindacale. Retribuzione dell’incarico 60 mila euro annui. Ovviamente nessun vincolo di dipendenza. Il professionista di cui sopra non risiede nella città dove presta la sua vigilanza di sindaco.
C’è poi la Legge Bersani, che ha liberalizzato le tariffe dei professionisti “ordinati” con la ratio di avviare la riduzione dei costi per cittadini e imprese.
C’è, guarda caso, difficoltà nell’interpretare le norme che riguardano gli emolumenti dei Sindaci.
Meno male che dovrebbero esser loro che la interpretano nel modo giusto!
E nella difficoltà interpretativa il professionista in questione, supportato da un parere del Consiglio provinciale di cui fa parte, comincia a fatturare alla società per cui presta la sua opera, un migliaio di euro al giorno per trasferte e diarie (Napoli-Roma-Napoli) oltre a circa 150 euro per ogni ora passata alla scrivania a guardar conti. E tutti i mesi manda la sua regolare parcella che l’azienda in questione archivia. Qualcuno, dopo mesi e un cambio di maggioranza dell’amministrazione comunale, se ne accorge, si interroga e stramazza al suolo.
Il professionista ha accettato i 60 mila euro l’anno solo come anticipo e intanto accumula i crediti.
Comincia la spending review ed il suo compenso si riduce a soli 44 mila euro. Ma a questo punto, giustamente, chiede il saldo degli arretrati che, detratti gli anticipi, ammontano (dice – non smentito - il Fatto Quotidiano - leggi l'articolo - ) a 554 mila euro.
Rendendosi conto che il clima è cambiato il protagonista del Fatto, scrive in un comunicato diffuso questa mattina, “accorda all’azienda una riduzione sul dovuto di circa il 25 per cento”. In questo modo si potrebbe evitare il Tribunale.
L’azienda sarebbe pronta a pagare per chiudere il contenzioso e, lungi da noi sostenere malevoli insinuazioni, in cambio si terrebbe (ma con quale stipendio) il sindaco in questione che, essendo pagato tre o quattro volte in più del sindaco vero, quello di Roma, con altri quattro anni per andare tra Roma e Napoli si potrà comperare invece che il biglietto, un intero treno.
Lui non ha colpa alcuna, sia chiaro. Ma gli altri? Intanto fioccano le dichiarazioni, da destra, dal centro e da sinistra. Ma non ne daremo conto perché sono scontate: tutti si scandalizzano. Oggi.