PESCARA Un finanziamento chiesto 22 anni fa, due ricorrenti, cittadini e Wwf, due enti chiamati in causa, Regione Abruzzo e Gtm, e un organo giudicante, il Tar, che di fronte ad una procedura amministrativa «ancora interlocutoria», sceglie l'esempio di Ponzio Pilato optando per una inammissibilità che, di fatto, suona piuttosto come una sospensione di giudizio. A motivarla, si legge nel dispositivo del Tribunale amministrativo regionale, la mancata conclusione di quello stesso iter per cui valutare il reale impatto ambientale della filovia che dovrebbe collegare Pescara e Montesilvano non è possibile: «le opere – scrive infatti il Tar – devono completare il loro iter procedimentale che indica, come passaggio, lo screening di Via». È dunque ancora sulla mancanza della Valutazione d'impatto ambientale che si gioca la partita per la realizzazione di Filò. Il Wwf e i tredici residenti della Strada Parco che hanno avanzato i ricorsi nei confronti di Gtm e Comitato regionale per la Via, quell'opera però non la vogliono proprio, ma il Tar, con la decisione di inammissibilità, ha sostanzialmente detto loro che fino a quando non sarà fatto lo screening non potrà essere valutato alcun eventuale danno a cose o persone. «Il Tribunale – commenta l'avvocato del Wwf e dell'associazione Carrozzine Determinate Salvatore Acerbo – ha così rimesso la palla nelle mani della Regione e nello specifico di Luciano D'Alfonso. Certo è – aggiunge – che i lavori non possono riprendere dato che, ha detto il Tar, quello che è stato fatto fino ad ora è stato fatto senza il titolo edilizio necessario cosa che – conclude – potrebbe avere risvolti penali». Il paradosso della decisione del Tar è nella sostanziale soddisfazione di tre delle parti in causa, Gtm inclusa, eccetto che della Regione, unica, fino ad ora, a non aver commentato la decisione del Tribunale amministrativo. In effetti la mancanza della Via, scrive ancora il Tar, non è, come lo definisce la Gtm, un semplice «gravame incidentale» ma un vero e proprio «passaggio istruttorio» voluto dallo stesso Comitato Via che, si legge nel dispositivo, ha in passato dichiarato la sua «disponibilità a sottoporre a screening il progetto». Se dunque è legittimo, ma al momento inammissibile, il ricorso del Wwf, in parte illegittimo è stato giudicato quello dei 13 residenti della Strada Parco che, rappresentati dall'avvocato Giulio Cerceo, sarebbero troppo pochi per non far pensare ad una ìgeneralizzata indifferenza del problema” e una «palese carenza d'interesse». Certo è che, al momento, il Tribunale trova impossibile giudicare un possibile danno alla salute dei cittadini per quello stesso motivo per il quale non sarebbe giudicabile l'iter procedurale: sono «aspetti potenziali» non rilevabili senza una documentazione definita e la conclusione dei lavori. «È un giudizio interessante nel complesso quello del Tar – commenta Cerceo -. Il parere dato sul numero dei ricorrenti resta per noi un parere. Il ricorso potrà essere ripresentato una volta concluso l'iter». E il ricorso, dice Acerbo, lo ripresenterà anche il Wwf una volta che la Regione avrà deciso sul se e come procedere con la sanatoria per la Valutazione d'impatto ambientale.
Russo: «Avevamo ragione» Di Paola: «Fermate i lavori»
PESCARA Incredibile, ma vero: la sentenza del Tar, che ha dichiarato inammissibili i ricorsi, viene letta positivamente su entrambi i fronti. L'unico che si arrabbia è Claudio Ferrante, presidente di Carrozzine determinate. Il presidente della Gtm Michele Russo ritiene che questo verdetto sia «il via libera per concludere le opere», comitati e associazioni non ritengono chiusa la partita. «Il ricorso - spiega Loredana Di Paola del Wwf - è stato giudicato inammissibile sul profilo della lesività in quanto l'atto in oggetto del ricorso non è conclusivo perché dev'essere completato lo screening di Via. Il provvedimento impugnato quindi è un mero atto procedimentale che non esaurisce le valutazioni che devono essere fatte dal comitato regionale. Nella sostanza la vicenda torna nelle mani della Regione e della sua nuova Amministrazione che ha il compito di fermare i lavori che secondo noi sono proseguiti illegittimamente. E se la Regione non interviene immediatamente saremo costretti a inoltrare un esposto alla Procura diretto all'ottenimento del blocco dei lavori». Sulla stessa linea di Russo si colloca Guerino Testa, capogruppo del Ncd in Consiglio comunale, secondo il quale «le due sentenze del Tar confermano ciò che ho sempre sostenuto, vale a dire la bontà dell'iter finora seguito e dell'opera». Sul piano politico la palla passa nelle mani del presidente della Regione Luciano D'Alfonso, sollecitato dal sindaco Marco Alessandrini a rivere l’intero progetto filovia.