Il giorno dopo il commissariamento anche di Banca Caripe, l’istituto di credito controllato dal Gruppo Tercas, sono numerose le reazioni, e anche contrastanti, al doppio incarico di Riccardo Sora, il commissario già impegnato a risolvere la patata bollente di Corso San Giorgio. Una manovra secondo fonti prossime a Bankitalia atta a favorire l’ingresso dei baresi già in agosto e a risolvere il depauperamento patrimoniale che traspare nei bilanci per via della pulizia in atto.
La Fisac-Cgil esprime comunque tutta la sua preoccupazione per la situazione che si sta delineando nel gruppo Tercas, con il commissariamento Caripe, «deciso- ricorda il suo segretario regionale Francesco Trivelli- dal Ministero dell’Economia e Finanze (Mef) su proposta di Banca d’Italia, come previsto dall’art. 70 (comma 1 lettera b) del Tub e cioè quando siano previste gravi perdite di patrimonio». Secondo il sindacalista il commissariamento era da evitare, e questo per due ragioni: «Esso doveva essere effettuato tempo prima poiché già il bilancio di Caripe 2012 rilevava una forte erosione del patrimonio, facendo presagire gravi perdite; inoltre attuato oggi, potrebbe portare ad un allungamento (se non ad un ripensamento) dell’intera operazione di salvataggio da parte della Popolare di Bari». Trivelli si scaglia contro il periodo di commissariamento in Tercas «i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chi pagherà le conseguenze di questa scelta scellerata- si domanda il sindacalista- i lavoratori, i risparmiatori, il territorio? Perché il commissario Sora nel corso dell’ultimo incontro con le organizzazioni sindacali ha prospettato un’imminente positiva conclusione, raccomandando silenzio sui dati di bilancio di Caripe? La Fisac Cgil aveva visto giusto: nessuno dorma, è ora di svegliarsi. Il tempo non é una variabile senza effetto».
Per Claudio Bellini della Fiba-Cisl il commissariamento Caripe è stato propedeutico a un procedimento finale di pulizia «in profondità» dei crediti ammalorati derivanti dalla vecchia gestione del Banco Popolare: «Forse c’erano crediti che potevano essere recuperati, questo non lo so». Il sindacalista ritiene che con questa mossa si è voluto inoltre imprimere un accelerazione al processo di acquisizione da parte di Pop-Bari: «Si chiude un capitolo e si riparte con la nuova realtà; gli accantonamenti fatti sono stati numerosi, tanto che il capitale sociale ha subito grosse decurtazioni, ora arriveranno i nuovi organismi e sarà più semplice procedere nella fusione per incorporazione, anche se non v’è certezza piena di ciò». Una realtà che complessivamente potrà contare su 370 sportelli, un numero che per Bellini potrà rimettere al riparo da eventuali fughe in avanti per ciò che riguarderà l’occupazione, «visto che la rete ha bisogno di rafforzamento, quindi mi sento di dire che da questo punto di vista non vi saranno grosse difficoltà per il personale, tranne qualche lecita ricollocazione».