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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/07/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Casse regionali con buco: mancano quasi 200 mln. Da recuperare 150 mln nella sanità e 41 dai Fondi sociali europei

ABRUZZO. Fino a ieri sembravano mancare 150 mln per chiudere in pareggio i conti della sanità commissariata. Poi in serata dagli uffici del bilancio è arrivata un’altra tegola sul neo assessore Silvio Paolucci.
Si tratta di 41 mln spesi dalle Province su delega della Regione per il Piano sociale e su finanziamento dell’Europa.
Ora la sorpresa: la rendicontazione di queste spese (ad esempio per i Centri dell’impiego) non sembra in regola, nel senso che l’Europa non vuole riconoscerle perché la Regione ha dimenticato di accreditare le Province come enti intermedi delegati a spendere.
Sembra una cosa da poco conto ma le regole europee sono stringenti e non sarà facile ottenere il via libera. Quindi siamo a 150 + 41 mln, salvo ulteriori sorprese sempre possibili.
Ma il grosso di questo debito improvviso – cioè i 150 mln - è arrivato da una ricognizione rapida sullo stato del commissariamento, anche in vista di una sua possibile fine che a questo punto sembra allontanarsi e che potrebbe continuare nella nuova formula annunciata dal Patto della salute appena sottoscritto tra Governo e Regioni.
Un nuovo commissario non sarebbe una figura istituzionale, come fino ad oggi era il presidente Chiodi, ma un esterno. Intanto, però, bisogna appianare i conti che sembrano ancora non a posto.

Il “buco” ci sarebbe per le somme che negli anni erano state distratte dalla sanità per altri scopi e che erano affluiti a coprire altre voci del Bilancio regionale. Nel verbale romano del novembre 2013 la struttura commissariale abruzzese si era impegnata a riprendersi questi soldi per la sanità e addirittura era stato presentato al Tavolo Massicci un crono programma con data conclusiva al 31 dicembre 2015. In realtà gli uffici del Bilancio avevano ampiamente annunciato che queste risorse non c’erano, tanto che nei verbali successivi il Tavolo romano aveva chiesto notizie su questo, come su altri sospesi.
Ma Chiodi aveva continuato a dire che i conti ormai erano a posto. Oggi invece si scopre questa voragine che rende difficile la richiesta di uscire dal commissariamento. Servono, infatti, alcuni provvedimenti di programmazione sanitaria per ripianare quei fondi che mancano e per non fare una brutta figura con il Tavolo romano per il quale - di fatto - il decreto con crono programma dell’ex commissario è senza copertura.
Poi in serata, come detto, la notizia che Bruxelles vuole tagliare i 41 mln del Fse Por (fondi sociali europei) anticipati dalla Regione alle Province, che li hanno spesi senza averne titolo ufficiale e riconosciuto dall’Europa.

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