|
|
|
Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.945
|
|
|
|
|
|
06/07/2014
Il Messaggero
|
Sanità, buco da 150 milioni. Decreto di marzo senza coperture. Piano d’emergenza per sbloccare il commissariamento. Paolucci: «Polpetta avvelenata di Chiodi». L’ex governatore: «Io i soldi li trovavo sempre»
|
|
PESCARA Centocinquanta più quarantuno: sono i numeri delle temutissime magagne emerse dal bilancio della Regione Abruzzo consegnato dalla gestione di centrodestra. Le mazzate arrivano separatamente dalla sanità e dalla programmazione europea, praticamente a metà di questa settimana. La posta più preoccupante è ovviamente quella della sanità: si tratta di fondi distratti per il bilancio regionale nel corso degli anni (2004-2007) e mai restituiti. O meglio: la restituzione era stata codificata e scaglionata da Chiodi nel decreto 34 di quest’anno: pagamenti previsti a gennaio e luglio di quest’anno poi febbraio e luglio dell’anno prossimo. Pagata la rata di gennaio (18 milioni), per quella di luglio (39 milioni) e per le altre non c’è traccia di somme a bilancio 2014 e 2015 nelle casse della sanità. Ma come Chiodi, non era tutto a posto il fronte dei conti della sanità? «Quelle poste - spiega l’ex presidente - da restituire erano partite da 528 milioni e nel tempo li abbiamo sempre restituiti al punto che siamo scesi ai 150 milioni di oggi. Se ricordate io non ho utilizzato un mutuo di 200 milioni ad hoc per quel ripianamento perchè non volevo indebitamenti ulteriori. Come li trovavo? Facevo manovre sul bilancio regionale e drenavo risorse, il problema si proponeva ad ogni tavolo di monitoraggio ma piano piano risanavamo. I soldi li devono trovare loro: non è una passeggiata di salute». Il tempo del fair play insomma tra centrosinistra e centrodestra sembra già terminato. L’assessore Paolucci pensa intanto di dilazionare i pagamenti dei 150 milioni a partire da novembre prossimo con un cronoprogramma cioè diverso da quello pensato da Chiodi. «Il settore del bilancio dice che quei soldi non ci sono, altro che - dice Paolucci - Chiodi ha firmato un decreto, un patto col ministero che doveva avere una copertura, così invece ci lascia una cambiale e per noi è un polpetta avvelenata. Troveremo il modo di risolvere il problema anche perchè senza quei soldi il commissariamento non si sblocca e su questo chiamo tutti a una condivisione responsabile dell’obiettivo». Paolucci ha un obiettivo per i primi 100 giorni di mandato che è quello di sbloccare il commissariamento. «Con gli hospice siamo quasi a quota 160 - dice l’assessore - e lavorando subito sugli screening e sull’ipotesi di medicalizzazione del 118 con le guardie mediche pensiamo di arrivare subito ad uscire dalla gestione straordinaria». Secondo quanto ascoltato in settimana a Roma dai tecnici ministeriali Paolucci ha avuto consegne molto rigide sui tagli dei punti nascita e sulla compartecipazione dl ticket per la riabilitazione intensiva. «Roma queste cose le vuole assolutamente - dice Paolucci - ci possono essere delle eccezioni ma la direzione tracciata dalla legge è chiara». Tradotto: per Sulmona (e la Valle Peligna) c’è una deroga di carattere orografico mentre per Ortona c’è un problema logistico: la Ginecologia di Chieti è in un’area da sgomberare, figuriamoci se può accogliere 300 parti l’anno. Più difficile «salvare» la chiusura di Atri e Penne (300 parti all’anno a testa). Il ministero non ci ha dato alternative». L’introduzione del ticket sulle riabilitazioni intensive ha un percorso chiaro nelle intenzioni di Paolucci: «La introdurremo ma modulandola secondo reddito e nuclei familiari: inciderà meno su chi ha meno, non graveremo tutti allo stesso modo».
|
|
|
|
|