Gentile direttore, un paio di giorni fa da elettrice del centrosinistra e studiosa della comunicazione di massa mi sono informata, con una fonte soprattutto tecnica molto qualificata, sui due problemi che lei ha evidenziato nel suo fondo a proposito dei lavori pubblici a Pescara. Avevo molti dubbi, alcuni me ne sono rimasti, condivido in pieno lo spirito del suo ragionamento, ma le questioni non sono come lei teme e come il giornale che lei dirige ha scritto in modo incompleto in questi giorni, tanto da suscitare vive preoccupazioni nell'ambito del centrosinistra e da determinare chiarimenti che tuttavia credo siano rimasti, sbagliando, in un contesto di coalizione e non pubblicizzandoli. Ma lei può rimediare a questa lacuna, almeno a proposito di questi due problemi, e io posso darle il mio contributo. Filovia: non è vero che la nuova maggioranza comunale non voglia più la filovia, al contrario desidera che sia fatta a regola d'arte e più completa. In questo momento il fondo stradale della strada parco non reggerebbe il peso, poi i bus sono vecchio stile, pesanti, non totalmente ecologici e siccome non sono stati ancora acquistati basta poco per cambiarli. Inoltre è stato dato il via politico-amministrativo all'ultimo tratto della filovia, che non si limiterà, nelle intenzioni della nuova giunta di centrosinistra, ad arrivare nell'area del conservatorio ma avrà il capolinea nella zona dell'università, per un servizio veramente completo. Idem per la parziale pedonalizzazione del primo tratto di corso Vittorio Emanuele. L'ha scritto il Centro che l'opera pubblica così com'è non è in regola, è pericolosa, non rientra in alcun piano programmatico che preveda soluzioni adeguate per il traffico e i parcheggi e che lo scempio della strada costruite (male) nell'area di risulta va eliminata subito, ope legis. Qui si sta studiando la soluzione di un senso unico, con qualche modifica al tracciato per garantire la sicurezza ai pedoni, per arrivare a una circolazione circolare con le altre strade, piccole e grandi. Resta il fatto che nessuna delle due opere verrà disfatta, semplicemente verrà adeguata alle esigenze di una città moderna, invece di essere completate nel modo frettoloso e scarsamente professionale, oltre che illegittime e pericolose, con cui voleva realizzarle una giunta sconfitta dalla realtà prima che dal voto. Giulia Brighenti, Pescara
Risponde il Direttore Mauro Tedeschini
Insisto: amministrare una città significa anche gestire al meglio, con umiltà, quel che si è ereditato, brutto o bello che sia. È l'arte del possibile, non della rivincita.