ROMA Una breccia. Piccola, forse, ma in grado di allargarsi fino a far crollare l’intera costruzione della legge Fornero, la riforma delle pensioni che, sotto il governo Monti, è servita a mettere in sicurezza i conti dello Stato con i suoi 80 miliardi di risparmi fino al 2021. Così la Ragioneria dello Stato ha sempre considerato la questione dei 4 mila professori in procinto di andare in pensione ma rimasti incastrati al lavoro per un «errore tecnico», perché chi ha scritto la Fornero non ha tenuto conto che l’anno scolastico non termina il 31 dicembre ma il 31 agosto. Ora un emendamento che sarà presentato al decreto sulla pa dovrebbe stanziare i 416 milioni necessari a mandare finalmente in pensione a settembre i 4 mila professori. Ma il timore nelle stanze di via XX settembre è che dopo la scuola, altri si facciano avanti.
LE ECCEZIONI
I macchinisti, per esempio. Una categoria che da tempo chiede di essere esentata dalle norme della riforma per il tipo di lavoro che svolge, considerando che nel resto d’Europa chi guida i treni lascia a 55-56 anni. Poi ci sono gli esodati, la categoria più nota, tutti coloro che hanno visto allontanarsi la prospettiva della pensione e che sono rimasti senza lavoro e senza poter percepire l’assegno previdenziale. Il governo fino ad oggi ne è riuscito a «salvaguardare» 170 mila, spendendo 11 miliardi. Ma il conto non finisce mai. Il totale sarebbe di oltre 300 mila e, secondo le stime, tutelarli tutti costerebbe 47 miliardi. Sotto il cielo della riforma Fornero, insomma, il caos è ancora grande. Tanto che da tempo si parla di una sua manutenzione. Prima ci aveva provato il presidente della commissione lavoro Cesare Damiano con la sua proposta di uscite flessibili a partire da 62 anni con penalizzazioni fino all’8% sulla pensione. Bocciato. Poi era spuntato il prestito pensionistico ideato dall’ex ministro Enrico Giovannini e ora ripreso dal suo successore Giuliano Poletti. Infine il governo ha anche pensato di permettere l’anticipo estendendo il calcolo contributivo oggi previsto solo per le donne a tutti con una penalizzazione della pensione del 30%. Ma anche su questo ci sono i dubbi del Tesoro. Presto però, la Fornero potrebbe diventare un tema politicamente caldo. La Lega Nord ha raccolto le 500 mila firme per il referendum sull’abolizione della legge. Una spada di Damocle da non sottovalutare.