E' stata un'audizione tesissima. Stamane, il presidente della V commissione 'Controllo e Garanzia' - Raffaele Daniele - ha invitato l'assessora Emanuela Iorio, il dirigente alle attività produttive Lucio Nardis e l'ingegnere Mario Corridore, responsabile dell'ufficio sviluppo aeroportuale, per discutere delle problematiche riguardanti l'Aeroporto dei Parchi.
Non sono mancate le sorprese. Che all'indomani dell'ennesimo appuntamento mancato, la partenza rinviata del volo per Olbia, gettano altre ombre sul decollo dello scalo di Preturo.
Innanzitutto, si è scoperto che la fideiussione presentata dalla Xpress al momento dell'accordo ventennale siglato con il Comune dell'Aquila è stata garantita dalla CreoCapital Spa, in liquidazione dal novembre 2013. A svelarlo, il consigliere di Appello per L'Aquila, Ettore Di Cesare. Tra l'altro, già nel 2005, la Consob aveva vietato "l'attività di sollecitazione all'investimento avente per oggetto prodotti finanziari della società". Non certo un bel biglietto da visita. Ora, lo stato di liquidazione. A domanda di Di Cesare, "Che ne sarà della fideiussione a garanzia della convenzione?", l'assessora Iorio, l'ingegner Corridore e il dirigente Nardis hanno risposto di non saperne nulla. Faremo chiarezza, hanno promesso.
Non solo. Come anticipato da NewsTown, con firma di Nardis e Corridore si è determinato - per uno strano gioco del destino, nel giorno in cui venivano definitivamente sospesi i voli per Milano Malpensa - di anticipare 100mila euro dei 588mila assicurati alla Xpress per i tre anni di lancio dell'Aeroporto dei Parchi.
Si tratta del contributo per lo start up, l'innovazione e le opere di riqualificazione territoriale, garantito alla firma della convenzione: come da regolamento del Comune dell'Aquila, a fronte di ogni contributo erogato è però necessario il rendiconto delle spese sostenute. A leggere la determina, si evince che alcune delle spese sono state giustificate con degli avvisi di pagamento bancari e non con fatture di oneri effettivamente sostenuti. Inoltre, a garanzia dell'investimento pubblico l'amministrazione attiva aveva stabilito l'istruzione di un "Comitato Etico" che avrebbe dovuto valutare proprio la legittimità dei contributi da erogare: a tre anni dalla sottoscrizione della convenzione, tuttavia, il Comitato non è stato affatto istruito.
E come non bastasse, è garantito un contributo fino ad un massimo di 196mila euro ma non è affatto chiaro con quali criteri venga determinato. Ad oggi, il Comune dell'Aquila ha riconosciuto il massimo di 196mila euro per il primo anno di gestione, ancora il massimo di 196mila euro per il secondo anno e già un anticipo di 98mila euro sul terzo e ultimo anno di start up. Al contrario, la società di gestione non ha garantito i risultati attesi: a fronte dei 12.600 passeggeri prefigurati per il 2012, che dovevano diventare 56mila nel 2013 e addirittura 100mila quest'anno, ad oggi sono stati staccati soltanto 7 biglietti. E su 3 dei 7 tagliandi era scritto il nome di Giuseppe Musarella, amministratore delegato della Xpress.
Il contributo doveva essere riconosciuto a parziale copertura delle 'spese necessarie': a far di calcolo, invece, il Comune dell'Aquila sta riconoscendo la quasi totalità dei costi sostenuti dalla Xpress. Infatti, la società di gestione ha presentato un elenco delle spese nel luglio 2013 per 124.556 euro, poi un altro elenco per 179.707 euro lo scorso gennaio: totale, 304mila euro e poco più. A fronte delle spese, l'amministrazione - come detto - ha riconosciuto 196mila euro nel 2013 e ulteriori 98mila euro per il 2014. Totale: 294mila euro. Insomma, la gestione dello scalo per il 2013 è costata alla Xpress 10mila euro. E a domanda del consigliere Luigi D'Eramo, l'assessora Iorio - e con lei Nardis e Corridore - non hanno saputo dire a quanto ammonta l'investimento della società per il 2014 (al Comune, resta ancora da versare una tranche da 98mila euro) e neppure a quanto ammonti l'investimento assicurato nei tre anni di start up.
Anche in questo senso, la promessa, verrà fatta chiarezza. Così come andrà chiarito chi è il proprietario della Xpress. Il Consiglio Comunale - nella seduta del 12 giugno scorso - ha approvato una mozione, presentata dal consigliere Di Cesare, con la quale si impegna l'amministrazione comunale a "richiedere, per i futuri contratti di fornitura di prodotti o servizi, di concessioni e convenzioni, nonché convenzioni di locazione in cui il Comune è locatore di propri immobili, alla società contraente di indicare i titolari effettivi della società, pena la nullità del contratto. Impegna inoltre a far valere la disposizione anche per i contratti stipulati dalle società per azioni di cui il Comune dell'Aquila detiene il controllo. La richiesta deve essere effettuata per contratti con un ammontare complessivo superiore ai 40mila euro". Dunque, il Comune dell'Aquila avrebbe già dovuto richiedere alla Xpress il nome del titolare effettivo della società. Sono passati più di trenta giorni, non è stato fatto. E a quanto denuncia il consigliere di Appello per L'Aquila, non è affatto semplice risalire alla proprietà della società che gestisce lo scalo aquilano. Di nuovo, l'assessora Iorio ha promesso che darà seguito alla mozione approvata dall'assise consiliare.
Restano le inchieste, restano i dubbi sull'affidamento della gestione alla Xpress. Alla redazione del bando, ha spiegato l'ingegner Mario Corridore, ha contribuito il comandante Silvano Manera (allora in pensione) che era stato direttore generale dell'Enac. E' stato Manera ad inserire la clausola che ha aperto le porte dello scalo di Preturo alla Xpress: nel bando, infatti, era previsto che la gestione fosse affidata ad una società che prestasse 'servizi d'assistenza a terra'. Così, la Xpress ha avuto in gestione l'aeroporto senza aver maturato alcuna esperienza del genere in altri scali italiani. E nell'offerta tecnica ha messo, nero su bianco, la volontà di costruire un centro commerciale. Leggiamo a pagina 21: "Un importante obiettivo, in considerazione dell'esiguo numero di passeggeri sull'Aeroporto dei Parchi, sarà la costituzione e la gestione del 'Centro commerciale Zafferano Rosso'". Eppure, nella manifestazione d'interesse - datata ormai settembre 2011 - era esplicito il riferimento al Piano Regolatore Generale del Comune dell'Aquila che, nelle norme tecniche d'attuazione, chiarisce come non si possano costruire centri commerciali sul sedime aeroportuale.
Insomma, il futuro dell'Aeroporto dei Parchi è sempre più oscuro. E la maggioranza inizia ad interrogarsi su quale potrà essere il piano B: "Dovremo discuterne, anche alla luce dell'oggettivo fallimento dei voli fin qui assicurati", ha sottolineato Giustino Masciocco. "E' difficile che le cose possano cambiare. Giusto domandarsi quale potrà essere il futuro dello scalo cittadino". Un pensiero condiviso da Maurizio Capri, capogruppo del Pd in consiglio comunale.
A tre anni dalla autorizzazione ai voli commerciali, e quindi entro la fine del 2016, l'Enac dovrà valutare la sostenibilità economica dello scalo. Pena, la sospensione dell'autorizzazzione. "Se si continua così - ha sospirato rabbioso l'ingegner Corridore - non ci si arriverà".