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Pescara, 24/11/2024
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Data: 16/07/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Sabotaggio funivia, operai attaccano il primo cittadino. La reazione: se è sicuro che si tratta di un atto doloso scovi i responsabili

Il sindaco aveva ipotizzato che la colpa fosse da attribuire agli addetti

L’AQUILA Hanno sollevato un polverone, le dichiarazioni del sindaco Massimo Cialente in merito al presunto sabotaggio che avrebbe interessato la funivia di Fonte Cerreto. Un episodio avvolto nel mistero, ma di cui il sindaco si dice certo, tanto da avere anche indicato i possibili esecutori negli stessi dipendenti del Centro Turistico del Gran Sasso. Un’accusa che ha fatto saltare dalla sedia sindacati e Rsu: secondo il personale si sarebbe trattato di un semplice problema tecnico, subito risolto. «Con molta preoccupazione e senso di smarrimento» scrivono le Rsu del Ctgs e le segreterie di Filt-Cgil, Uilt-Uil e Ugl «apprendiamo le gravissime accuse mosse dal sindaco rispetto a presunti sabotaggi della funivia ad opera, a suo dire, di “quelli che stanno lassù”. Ora, quelli che stanno lassù sono i dipendenti del Ctgs, ai quali troppo spesso e con troppa superficialità vengono addossate colpe non loro. Qualcosa non torna. Qualche dubbio ci assale sulle reali intenzioni dell’ennesima campagna diffamatoria verso coloro che si sforzano, tra mille difficoltà, di far continuare a vivere la stazione. Quali prove ha il sindaco per affermare che si tratta di sabotaggio. Quale è, se esiste, la relazione tecnica che afferma questo. Come è possibile che la funivia è regolarmente aperta al pubblico, se solo vi fosse il minimo sentore di tanto pericolo? Noi naturalmente diamo credito a quanto ai dipendenti risulta evidente, e cioè che nessun sabotaggio sia stato messo in essere, ma si sia trattato di un semplice problema tecnico. Problemi che nella quotidianità il personale del Ctgs è tenuto ad affrontare e risolvere e che mai hanno impedito il regolare funzionamento in sicurezza delle strutture, visto che primi che vi affidano la loro incolumità sono i dipendenti stessi». Quindi l’affondo: «Non vorremmo» aggiungono Rsu e sindacati «che l’ennesima campagna diffamatoria verso gli incolpevoli dipendenti celi altri interessi e manovre. Non vorremmo che si tentasse di dimostrare che solo l’intervento esterno, di improbabili benefattori, possa risollevare le sorti dell’azienda. Non vorremmo che in questa fase storica, dove finalmente si intravvedono le possibili soluzioni a limiti e inefficienze, si cerchi di dimostrare che altri possono occuparsi del rilancio della montagna aquilana. I dipendenti meritano rispetto per i livelli di sicurezza garantiti nel tempo, e soprattutto per essere riusciti, nonostante tanti si siano adoperati per infangarne la professionalità e la dedizione all’azienda, a garantire il regolare svolgimento del loro compito, nonostante periodi di assoluta assenza di gestione. Se gli elementi in possesso del sindaco sono certi, ci aspettiamo che chi di dovere trovi e punisca i responsabili: allo stesso modo, se di illazioni e fango si tratta, le scuse sarebbero la misura minima da pretendere».

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