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Pescara, 24/11/2024
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16/07/2014
Il Centro
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Filovia, nessun abuso. Scagionati Russo e Sorgi. Cadono le accuse nei confronti del presidente della Gtm, del dirigente regionale e di altre sette persone. Il giudice: «Non hanno seguito interessi privati». Dieci giorni fa la bocciatura del Tar |
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PESCARA «Non ci sono elementi per sostenere che gli indagati abbiano perseguito interessi privatistici ma piuttosto quello di consentire la più celere realizzazione della filovia, un’opera pubblica già finanziata e appaltata». A distanza di dieci giorni dalla bocciatura dei ricorsi degli ambientalisti da parte del Tar, il presidente della Gtm Michele Russo esce fuori anche dall’inchiesta penale che l’aveva coinvolto con le accuse di truffa, falso e abuso d’ufficio. Il giudice per le indagini preliminari Gianluca Sarandrea ha scagionato non solo Russo, il vertice dell’opera che attraverserà Pescara e Montesilvano, ma anche l’ex presidente della Gtm Donato Renzetti e sette tra tecnici, ingegneri e responsabili dell’opera da 31 miliardi che passerà sulla strada parco. «Gli elementi raccolti nel corso delle indagini non consentono di fondare un giudizio di responsabilità», scrive il gip nelle conclusioni dichiarando, quindi, inammissibile l’opposizione all’archiviazione presentata dall’associazione Wwf. Si smonta, così, l’inchiesta sulla filovia per cui era stato lo stesso pm Valentina D’Agostino a chiedere l’archiviazione per i nove coinvolti tra cui il direttore dei lavori Angelo Bellafronte Taraborrelli e il dirigente della Regione Antonio Sorgi. L’associazione Wwf aveva deciso di opporsi alla richiesta del pm lamentando, come ricorda il provvedimento del gip, la mancanza della procedura di screening, ovvero la preliminare verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale, l’assenza della verifica ai fini della sicurezza e gli atti amministrativi tali da escludere la necessità della valutazione di impatto ambientale (Via). Nel provvedimento il gip affronta intanto l’ammissibilità dell’atto di opposizione del Wwf rilevando «che l’ente si propone, tra l’altro, il perseguimento di tutela e di valorizzazione della natura e dell’ambiente e che, nel caso particolare, le condotte ascritte agli indagati non hanno provocato danni all’ambiente». Poi, Sarandrea prosegue: «Non essendovi stata alcuna lesione degli interessi che il Wwf persegue ne consegue che l’atto di opposizione deve ritenersi inammissibile». Quindi il gip passa in rassegna le accuse contestate a vario titolo ai nove e, nel caso del presidente Russo, sottolinea che non c’è stata truffa perché «la filovia possiede le caratteristiche per le quali il contratto di appalto è stato conferito all’Ati e per le quali è stato correttamente concesso il finanziamento». Così, Sarandrea conclude che i nove indagati devono essere scagionati «per insussistenza del fatto».
Dieci giorni fa la bocciatura del Tar
«La filovia non ha suscitato quell’allarme diffuso», aveva sancito il Tar una decina di giorni fa bocciando i ricorsi presentati del Wwf e da 16 cittadini che, come sul versante penale, avevano lamentato la mancanza della verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale. Il 3 luglio scorso, i giudici del tribunale amministrativo avevano respinto i ricorsi evidenziando anche che un atto era stato presentato da 16 persone «lasciando fuori gran parte degli abitanti di Pescara e Montesilvano»
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