PESCARA «Gli elementi raccolti nel corso delle indagini non consentono di fondare un giudizio di responsabilità in capo agli indagati e considerando che tali considerazioni non verrebbero in alcun modo scalfite da un approfondimento investigativo, deve essere disposta l'archiviazione del procedimento». Il giudice per le indagini preliminari, Gianluca Sarandrea, ha accolto la richiesta del pm Valentina D'Agostino, rigettando l'opposizione avanzata dal Wwf e decidendo così che il mancato «screening» necessario per ottenere la Via (la Valutazione di impatto ambientale) e procedere quindi alla costruzione della filovia non è stato frutto di un atto criminoso. Per il presidente della Gtm Michele Russo (nella foto), il presidente della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo Antonio Sorgi e gli altri sette indagati del procedimento avviato nel 2010, è così scattato il non luogo a procedere «per insussistenza del fatto» relativamente a tutte le accuse mosse. Se a Sorgi, infatti, la Procura contestava il solo abuso d'ufficio, ben più grave era inizialmente la posizione di Russo, indagato non solo per abuso d'ufficio, ma anche per truffa e falso avendo, secondo l'accusa, evitato di procedere con lo «screening» attraverso attestazioni false sulla situazione reale e l'emanazione di atti amministrativi che avevano il preciso scopo di indurre le autorità competenti a supporre che della Via non vi fosse affatto bisogno. Così, però, non era né per la Procura, che avviò l'indagine, né per il gip, che quell'indagine ora ha definitivamente chiuso. Contro l'archiviazione chiesta dalla D'Agostino si erano opposti Codici e Wwf. Il Gip Sarandrea ha di fatto dichiarato inammissibile l'opposizione avanzata dall'avvocato Salvatore Acerbo: «Sul punto - scrive il giudice per le indagini preliminari - deve rilevarsi come non ricorrano profili di legittimazione. Posto che tale ente si propone, tra l'altro - prosegue nella sentenza il giudice - il perseguimento di tutela e di valorizzazione della natura e dell'ambiente, a prescindere da ogni considerazione in ordine alla ipotizzabile legittimazione processuale esclusiva da parte del ministero dell'Ambiente, deve rilevarsi come nella specie con le condotte ascritte agli indagati non vengano in rilievo violazioni che possano aver cagionato danni all'ambiente, essendo stata invece contestata la sola violazione del procedimento amministrativo che prevede uno screening preliminare alla valutazione di impatto ambientale». Procedimento amministrativo che, come ha deciso il Tar pochi giorni fa, deve essere completato prima che tali danni possano essere valutati e che i ricorsi, in quel caso avanzati l'uno da alcuni residenti della strada parco e l'altro dal Wwf stesso, possano essere ammessi e giudicati. «Nel caso in esame dunque - specifica il gip Sarandrea - venendo in rilievo la mera regolarità procedimentale nello svolgimento delle opere previste nell'appalto, non essendo stati neppure lamentati, attraverso l'opera in questione, concreti ed effettivi danni all'ambiente, ne deriva che difetta in capo al Wwf la qualifica di parte offesa. Non essendovi stata quindi - conclude il giudice per le indagini preliminari - alcuna lesione degli interessi che il Wwf persegue, ne consegue che l'atto di opposizione deve ritenersi inammissibile». L’inchiesta è arrivata dunque al capolinea non soltanto per Sorgi e Russo, ma anche per l'ex direttore della Gtm Donato Renzetti che, come ha sempre sostenuto l'attuale vertice della Gestione trasporti metropolitani, aveva dato il via a tutto l'iter amministrativo. Caso chiuso anche per il responsabile unico del procedimento, Pierdomenico Fabiani, per il direttore dei lavori della filovia Angelo Bellafronte Taraborrelli, per l'ingegnere Daniela Di Giovanni, ildirettore tecnico e l'amministratore delle due ditte vincitrici dell'appalto da 31 milioni di euro, la Vossloh Kiepe e la Belfour Beatty Maurizio Bottari e Giuseppe Ghirardi e per il tecnico della Belfour Lucio Zecchini.