ROMA Tra agosto e settembre il premier Matteo Renzi visiterà L’Aquila. Lo ha detto ieri sera parlando ai gruppi parlamentari del Partito democratico: «Tra agosto e settembre visiterò dieci realtà peculiari: Napoli, con Bagnoli, Pompei, Secondigliano e Scampia. Sarò tra Reggio e Gioia Tauro; a L’Aquila a Piombino, nel Sulcis e a Olbia, a Gela, a Termini Imerese, a Taranto e a Reggio Emilia». Tutte realtà dove Renzi pensa di trovare quel pezzo d’Italia in difficoltà che gli ha dato fiducia e che per questo s’aspetta molto dall’azione del governo. «Ogni giorno le agenzie danno dati economici diversi», ha aggiunto parlando della crisi, «e i dati sono peggio dei sondaggi, ognuno se li tira come vuole. È evidente che ha smesso di piovere sulla crisi ma il sole non è arrivato, c'è foschia, alcuni segnali parlano di ripresa imminente ma altri di una situazione ancora molto molto difficile». Anche per questo, per dare un segnale di impegno e di responsabilità, Renzi ha chiesto ai suoi «di fare poche ferie. Non come atto di flagellazione biblica ma perché abbiamo fatto troppi decreti e abbiamo un sacco di lavoro parlamentare da fare» (poi di fronte al mormorio della sala, il premier scherza: «Noto l'entusiasmo. Capisco di non essere stato particolarmente incisivo finora ma che il primo segnale di vita arrivi sulle ferie...»). E poi incalza: «Sono qui per chiedervi una mano: non voglio conquistare la vostra simpatia, vi chiedo lealtà non a me ma al Paese. E penso di poterla avere. Non sono qui per imporvi le mie idee ma per costringerci insieme a una tempistica stringente e a un impegno deciso e decisivo per il Paese», ha affermato. Impegno per il quale Renzi ha lanciato la sfida dei mille giorni. «Hanno detto “lo sprinter è diventato maratoneta”. Ma no, mille giorni non è perdere tempo, è la cornice delle riforme per consentirci di andare in Ue a dire che le riforme le facciamo sul serio e non perchè ce lo chiedono e in Italia che in alcuni settori partiamo da 0 e arriviamo ad un punto».