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Pescara, 24/11/2024
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Data: 16/07/2014
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regione: D'Alfonso allarga giunta a 8; Le altre novita' della ''revolution''

L’AQUILA - Potrebbe presto allargarsi a 8 la Giunta regionale d’Abruzzo, che al momento conta 6 componenti agli ordini del presidente, Luciano D’Alfonso: un esterno, il vice presidente, Giovanni Lolli, e altri 5 assessori tutti eletti consiglieri.

È solo una delle novità nella “revolution” dalfonsiana nei gangli della macchina regionale, che porterà anche a un’altra serie di cambiamenti.

Tra questi, la modifica della legge sulla segreteria del presidente per ampliare il lotto degli esterni, e per rendere la struttura più politica che amministrativa al fine, tra le altre cose, di poter nominare l’ex consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini a capo della segreteria.

E poi, le modifiche al Regolamento per garantire maggiore rappresentanza alle opposizioni come quella del Movimento 5 stelle, l’annunciata riforma della legge elettorale della discordia “Sospirellum” e i bandi entro 6 mesi per i nuovi incarichi dei direttori.
IL CLIMA NUOVO

Tutto questo in un clima sicuramente diverso da quello spensierato da “ultimo giorno di scuola” che caratterizzava gli uffici nella coda dell’amministrazione Chiodi.

La prima riunione di Giunta convocata nello stesso giorno e allo stesso orario della partita dell’Italia ai Mondiali come il cineforum di Fantozzi è stato solo un assaggio di un’aria nuova che da un po’ di giorni si respira dalle parti di palazzo Silone, come anche negli uffici pescaresi dell’ente.

Si parte dagli assessori, messi sull’attenti con riunioni fissate anche nel tardo pomeriggio, si scende ai direttori e dirigenti, più volte richiamati all’ordine, e si arriva anche ai dipendenti regionali, che sono apparsi più indaffarati e seriosi.
LA GIUNTA A 8

La volontà di ampliamento della Giunta con altri due assessori viene confermata ad AbruzzoWeb da fonti interne all’amministrazione, che ipotizzano una riforma dello Statuto regionale, che era stato già ritoccato nell’aprile 2013, falciando la composizione del Consiglio, da 45 a 31 componenti, e della Giunta, da 10 ad appunto 6.

Una cura dimagrante all’esecutivo per adeguarsi alla spending review predicata dal governo nazionale che, però, ora potrebbe “ingrassare” di nuovo per rinforzare la spinta riformatrice di D’Alfonso.

Oltre alle fonti interne alla Regione, l’eventualità di un allargamento è confermata dal fatto che il governatore ha tenuto per sé numerose deleghe delicate e pesanti.

Poi, a livello politico, due posti in più permetterebbero a D’Alfonso di “accontentare” altri due partiti della coalizione (in Giunta dei piccoli è entrato solo Sel) e di evitare mal di pancia che non si sono manifestati solo perché ci si aspetta un allargamento.

Ma la “revolution” toccherà anche altri aspetti della macchina amministrativa. In generale, nel nome del mantra “Regione facile”, l’ex sindaco di Pescara vuole strutture più politiche e meno tecniche o burocratiche, per garantire a pronto comando una pronta risposta.
LA SEGRETERIA “POLITICA”

Ne è un esempio la procedura per sdoganare dai paletti di incompatibilità la poltrona di responsabile della “segreteria del presidente”, che D’Alfonso vorrebbe attribuire a Ruffini, ex consigliere regionale del Partito democratico in questi giorni al lavoro con il nuovo governatore con un contratto provvisorio.

Tra le varie fattispecie normate dall’articolo 7 del decreto legislativo 39/2013 sulle incompatibilità, infatti, chi negli ultimi 2 anni ha seduto in aula non può ricevere amministrativi di vertice o dirigenziali della Regione.

Un paletto che non sarebbe aggirabile, se non fosse che nella legge regionale che istituisce la struttura segreteria, la numero 17/2001, nei paragrafi dedicati a questi uffici di diretta collaborazione del presidente non si fa riferimento al termine “dirigenti”, se non per quanto riguarda il compenso che, viene fissato, non può superare quello delle figure dirigenziali.

Anche l’Autorità nazionale anti corruzione (Anac) ha stabilito che figure di nomina fiduciaria come appunto i responsabili delle segreterie, capi di gabinetto, portavoce e così via, non siano incompatibili con incarichi politici elettivi precedenti.

Alla fine tutto sta a capire, e la Regione potrebbe chiedere proprio all’Anac un parere specifico, se il capo di gabinetto sia paragonabile a un dirigente oppure no. In quest’ultimo caso Ruffini avrà il via libera, altrimenti si dovrà cambiare la norma.

Le mani su questa legge, comunque, verrebbero messe anche per ampliare il “contingente” degli esterni alla luce del voluminoso lavoro che D’Alfonso vuole mettere in campo. Inoltre, la trasformazione dei ruoli da amministrativi a politici comporterebbe il vantaggio di non avere la responsabilità di firmare atti.
GLI ALTRI CAMBIAMENTI

“La legge elettorale la cambieremo subito, non negli ultimi 6 mesi”, ha promesso D’Alfonso nel giorno del suo insediamento e l’intenzione è quella di procedere non appena il Consiglio entrerà a regime.

L’obiettivo è evitare “gli affanni” della legge varata un anno prima delle elezioni dopo un lungo ragionamento dalla commissione presieduta da Lorenzo Sospiri, legge che ha portato a una ripartizione incerta dei seggi per provincia e per lista e ha messo in ambasce anche i magistrati dell’ufficio centrale regionale riunito nella Corte d’Appello.

I Consigli proclamati sono stati ben due, uno a rapida distanza dall’altro, dopo una serie di errori e conseguenti correzioni, per non parlare della selva di ricorsi generati dalle pieghe del testo normativo che nei prossimi mesi potrebbero mutare di nuovo la geografia dell’aula “Spagnoli”.

Ancora, le recenti polemiche dei neoeletti ma bellicosi grillini sulla rappresentanza hanno fatto promettere a D’Alfonso l’approvazione di nuovi meccanismi per tutelare le opposizioni quando sono più d’una e con peculiarità molto diverse tra loro.

Con il regime attuale, il M5s è stato “trombato” in serie dalla vice presidenza del Consiglio, dalle altre cariche chiave dell’ufficio di presidenza e dalla presidenza della commissione di Vigilanza, incassando solo la vice presidenza della terza e della quarta commissione nonché della Giunta per il regolamento.

Si è gridato all’inciucio tra centrosinistra e centrodestra, ma con il nuovo sistema qualcosa cambierà.
BANDI PER I DIRETTORI

Entro 6 mesi, infine, verranno emessi i bandi per i nuovi direttori regionali, evitando il rinnovo automatico degli uscenti.

Anche questo sarà un passaggio determinante, visto che la nomina di nuovi vertici nei settori comporterà l’uscita di scena di figure poco esposte all’opinione pubblica rispetto agli assessori, ma che nei quasi 6 sei anni di amministrazione Chiodi hanno mosso le leve più importanti della politica regionale, incidendo su scelte cruciali.

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