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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/07/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Pagano perde la pazienza «È una guerra tra bande». Il coordinatore di Forza Italia risponde stizzito alle accuse degli ex An Di Stefano, Febbo e Sospiri

PESCARA Nazario Pagano sveste i panni del pompiere e indossa quelli del guerriero. Il coordinatore regionale di Forza Italia, da diverse settimane, è nel mirino della componente del partito che fa capo al parlamentare Fabrizio Di Stefano e ai consiglieri regionali Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri ed Emilio Iampieri. Il gruppo dei «ribelli», riconducibile all’area degli ex-An, nel corso dell’incontro dell’ex-Cofa ha messo Pagano sul banco degli imputati, senza risparmiare l’ex governatore Chiodi, che ha liquidato l’iniziativa come «un suicidio politico». Anche Pagano, che finora ha provato a mediare, si è deciso a ribattere colpo su colpo. «Sono stato fatto oggetto di accuse pretestuose, che rimando ai mittenti – tuona il coordinatore – Questa guerra di potere, condotta attraverso gli schemi tipici della formazione politica dalla quale provengono i miei contestatori, non è in linea con la cultura liberale e moderata del partito». Pagano concorda con Chiodi: «È un suicidio politico, perché le risse e i litigi proiettano l’immagine di un partito lacerato da una guerra tra bande e contribuiscono a farci perdere voti». Qualcuno potrebbe obiettare che i voti sono già stati persi in occasione delle elezioni. «I voti sono stati persi proprio a causa delle divisioni, visto che nel giro di pochi anni sono nati quattro partiti di centro-destra – rimarca il leader regionale del partito – e giova ricordare che in Abruzzo, nel 2008, eravamo al 41%, mentre già nel 2013, quando alla guida del partito c’erano Piccone e Di Stefano, siamo scesi al 23%, lo stesso dato conseguito alle regionali di maggio, sommando le preferenze di Forza Italia e Ncd». L’ex numero uno di Palazzo dell’Emiciclo non intende fare da capro espiatorio: «Berlusconi mi ha nominato coordinatore solo quattro mesi fa e le responsabilità che mi vengono imputate non esistono». Uno dei primi capi d’accusa riguarda la composizione delle liste elettorali. «Erano liste blindate dai candidati uscenti – taglia corto Pagano – Non c’erano margini di manovra». Quanto ai presunti errori commessi dalla giunta Chiodi e alle nomine negli enti di sottogoverno:«Gli ex-An avevano tre assessori, erano parte integrante dell’esecutivo regionale e hanno partecipato alle nomine». E a proposito di nomine, Febbo e Di Stefano hanno definito il coordinamento regionale di Forza Italia e i quattro coordinamenti provinciali, delle strutture di nominati. «Vennero coinvolti nelle scelte sia i consiglieri regionali che diversi parlamentari abruzzesi – dice Pagano – È vero che c’è stato un contrasto con Sospiri sul coordinatore di Pescara, ma è anche vero che il coordinatore di Chieti è stato nominato su indicazione di Di Stefano». Le divergenze, tra le due anime del partito, appaiono sempre più eclatanti: «Alcuni ex-An, dopo la fine del Pdl, sono passati con Fratelli d’Italia, mentre altri hanno scelto di entrare in Forza Italia, ma il nostro è un partito con delle regole e una linea nazionale che vanno rispettate». Lo stesso Berlusconi, negli ultimi giorni, ha avuto parole di fuoco nei confronti dei dissidenti, lasciando intendere che chi non è d’accordo può anche scegliere altre strade. «I matrimoni si fanno in due – concorda Pagano, che però invita a mettere da parte le polemiche e a ripartire dall’unità della coalizione - Sto organizzando un incontro per la prossima settimana, al quale saranno invitati i responsabili di tutte le forze del centro-destra, per stabilire un percorso condiviso e delineare una piattaforma comune». Quanto a Forza Italia: «Terremo una serie di assemblee in vista del congresso e del rinnovo dei consigli provinciali. La battaglia per la conquista del partito non si fa mostrando i muscoli sui giornali, ma si porta avanti democraticamente, con la campagna di tesseramento».

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