PESCARA Inizia dai tribunali amministrativi l’opposizione di Forza Italia al governo D’Alfonso. Si discuterà infatti l’8 ottobre il ricorso al Tar presentato alla fine della scorsa settimana in cui i vertici di Forza Italia e alcuni ex consiglieri di centrodestra (nel dettaglio Chiodi, Pagano, Verì, Petri e Masci) chiedono l’annullamento del voto del 25 maggio scorso. Il merito dell’istanza presentata dagli avvocati Piccinini e Brocchi ruota principalmente a «un difetto di compatibilità cronologica» (quindi a un falso) perchè, in sostanza, le firme presentate dalle liste a supporto di D’Alfonso presidente sarebbero state apposte prima della presentazione dei candidati consiglieri. In altre parole se la data dei collegamenti della coalizione risale al 24 o 25 aprile (la scadenza della presentazione delle liste era fissata per le 12 di sabato 26 aprile), le firme erano già pronte in un documento che secondo i forzisti diventa automaticamente illegittimo non essendoci il requisito delle dichiarazioni convergenti sul patto di coalizione Oltre alla denuncia per falso, i legali di Forza Italia puntano il dito su altri vizi di illegittimità che riguardano le liste di Psi e Idv. E’ da non credere invece la denuncia di inconstituzionalità della legge elettorale che lo stesso centrodestra aveva modificato a inizio 2013. Per Chiodi e Pagano, la legge è difficile interpretazione per l’assegnazione dei seggi.
«E’ una mossa disperata di azzeccagarbugli delusi dalla propria cocente sconfitta - ha replicato Febo di Sel -. Le argomentazioni giuridiche sono veramente incredibili. Il centrodestra ha perso le elezioni non per la data delle firme di una lista, ma perché i cittadini hanno liberamente scelto il centrosinistra e D'Alfonso come Presidente. Si sfiora purtroppo il ridicolo non ammettendo il risultato della volontà popolare che vogliamo ricordare agli smemorati del centrodestra: D'Alfonso ha preso 319.591 voti pari al 46,26% dei voti, mentre Chiodi ha preso 202.147 voti pari al 29,26%».