L’AQUILA «Flussi di denaro costanti per la ricostruzione dell’Aquila. Questa è una battaglia morale che il governo deve fare nei confronti dell’Europa». La visita in città del premier Matteo Renzi, annunciata per la fine dell’estate, fornirà l’occasione, al sindaco, Massimo Cialente, di ribadire con forza le richieste avanzate, già da tempo, sui diversi tavoli istituzionali. Richieste in buona parte disattese dal governo. Tre le priorità indicate dal sindaco: certezza nell’erogazione dei finanziamenti, norme specifiche da attuare in caso di calamità naturali e sblocco dei fondi per il rilancio delle attività produttive. Verterà su questi temi l’incontro tra Renzi e Cialente «in una città che vive ancora, drammaticamente, sulla propria pelle, le conseguenze del sisma del 2009». Al primo posto in agenda c’è il progetto di ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere. «La priorità assoluta», sostiene il sindaco, «è la definizione di un progetto di ricostruzione che ci consenta di far rinascere la città e il cratere. Per farlo abbiamo bisogno di tempi certi nell’erogazione delle risorse. Con il cronoprogramma del Comune siamo già indietro di un anno: la ricostruzione dell’Aquila rappresenta una battaglia morale e civile che il governo deve sostenere nei confronti dell’Europa». E ancora. «Quando si parla di norme specifiche», incalza Cialente, «significa definire regole uguali per tutti, da applicare in caso di calamità naturali. Tali norme devono definire anche il ruolo degli enti locali per evitare discriminazioni tra territori che fanno parte dello stesso Paese. Sono convinto che il governo intenda impegnarsi in questa direzione. Ed è ciò che chiederò a Renzi». L’altro nodo da sciogliere riguarda l’incapacità di snellire le norme burocratiche «che frenano lo sviluppo delle imprese. Il nostro territorio sta morendo di fame», è il grido d’allarme del sindaco, «intanto 100 milioni di euro, destinati al rilancio delle attività produttive, sono fermi da due anni proprio a causa della burocrazia». Ma il Comune dell’Aquila vive un’altra emergenza: l’inadeguatezza numerica del personale in forza ai diversi uffici, che si trova a gestire una situazione post-emergenziale che non ha nulla a che fare con la normale amministrazione. «Il governo», chiude Cialente, «deve prendere coscienza del fatto che il Comune non dispone di personale sufficiente per affrontare l’enorme mole di lavoro che deriva dalla ricostruzione di una città come L’Aquila. La carenza di personale è una delle questione che porrò al presidente del Consiglio. Del resto, questa amministrazione ha accettato di caricarsi delle responsabilità di altri, governo incluso».