PESCARA L’appuntamento è fissato per lunedì prossimo, giorno scelto dal presidente D’Alfonso per presentare ai segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl i punti chiave della documentazione sui fondi europei, approvata dalla Giunta e inviata con una corsa al fotofinish a Bruxelles, prima della scadenza del 22 luglio. Il Governatore sa bene che sulla programmazione si gioca gran parte del rilancio della regione. E lo sanno bene anche i sindacati, che sui ritardi e le possibilità, gli obiettivi da centrare e i problemi da risolvere da tempo lanciano allarmi e richiami alla classe politica.
CAMPO: SIAMO IN ATTESA
“Siamo in attesa di vedere se sono state recepite le nostre richieste” avverte Roberto Campo, a capo della Uil. In primis, l’autorità unica di gestione dei fondi, che Chiodi avrebbe disatteso e sulla quale D’Alfonso avrebbe dato il suo assenso. “Abbiamo osservato le carenze del Fesr – continua Campo - sottolineando che la questione centrale del lavoro non può essere affrontata solo attraverso il fondo sociale”. Tanto più alla luce dei tagli attuati: le risorse disponibili sono passate da 320 a 112 milioni, una decurtazione frutto della diminuzione complessiva dei fondi, circa 200 milioni in meno rispetto alla precedente programmazione. “Il che comporta – spiega Maurizio Spina della Cisl – la necessità di far convergere i fondi su pochi, precisi obiettivi, senza dispersioni o parcellizzazioni. Ma per prima cosa va attuata una precisa azione sul Governo perché ci restituisca ciò che ci è stato tolto”.
SPINA: SUPERARE I LOCALISMI
Per la Cisl molto potrebbe essere fatto inserendo i progetti abruzzesi nelle strategie europee, “superando quel localismo che rende la costituzione della macroregione Adriatico Ionica solo un obiettivo sulla carta”. Ma per farlo occorrerebbe una struttura tecnica adeguata, capace di individuare e reperire i fondi, “una lacuna – continua Spina - che D’Alfonso deve colmare”.
DI CESARE: OBIETTIVI CONCRETI
Sul tema della partecipazione e sui soggetti attuatori della programmazione pone l’accento Gianni Di Cesare della Cgil: “La vecchia giunta aveva dato un’impostazione sbagliata. Noi abbiamo lavorato molto sulla programmazione, elaborando un documento articolato, “Abruzzo verso il 2030”, finora non tenuto nella debita considerazione. Al Governatore abbiamo chiesto obiettivi concreti, a cominciare dal riequilibrio dei fondi sul sociale e una maggiore attenzione su settori diversi dall’automotive, come il tessile-abbigliamento e l’edilizia, su cui declinare i temi delle green economy”. In attesa di appurare quanto D’Alfonso abbia recepito delle richieste presentate e quali punti siano entrati nella programmazione presentata a Bruxelles, i sindacati ribadiscono la fiducia nell’operato del neo-Governatore. “I giudizi li danno gli elettori – chiosa Di Cesare – ma quantomeno siamo partiti con il piede giusto”. Che poi sarebbe, per Spina, quella visione strategica indispensabile alla soluzione dei problemi. “Rispetto ai quali – conclude Campo – non bastano i tecnici, occorre un indirizzo politico, perso nei conciliaboli delle riunioni fini a se stesse”.