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Data: 18/07/2014
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regionali: presunte irregolarita' nelle liste. Chiodi 'guida' gli insorti con il ricorso al tar. Durissimo Camillo D'Alessandro "Dopo aver allungato la legislatura, dopo aver avuto 66 mesi a disposizione, dopo aver lasciato devastata la Regione, sull'orlo del fallimento Arpa, ora vogliono gettare nel caos gli abruzzesi.

L'AQUILA - "Diciamo che è un atto dovuto, abbiamo ricevuto molte segnalazioni di irregolarità relative al voto regionale del 25 maggio. Abbiamo agito di conseguenza".

Lo afferma il consigliere regionale di Forza Italia Gianni Chiodi, ex presidente della Regione Abruzzo ricandidato alla stessa carica alle elezioni del 25 maggio scorso nelle file del centrodestra.

Chiodi, insieme all'ex presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano e agli ex consiglieri di maggioranza Nicoletta Verì, Alessandra Petri e Carlo Masci, ha presentato ricorso per l’annullamento delle elezioni regionali del 25 maggio scorso, a causa di vari e presunti vizi di forma e nella presentazione delle liste elettorali del centrosinistra.

Il Tar dell’Aquila si dovrà esprimere nel merito l’8 ottobre prossimo.

"Credo - afferma ancora Chiodi - che sia un bene che venga valutata approfonditamente la legittimità del voto. I tempi saranno lunghi, questo lo diamo per scontato, ma state certi che la nostra opposizione si farà comunque in aula consiliare, non in quella dei tribunali, non appena il presidente Luciano D’Alfonso passerà dalle buone intenzioni e dalle enunciazioni roboanti, al piano della realtà”.

Entrando nel merito del ricorso, viene anzitutto contestata l'illegittimità dell'ammissione delle candidature del presidente Luciano D'Alfonso e delle liste collegate, in quanto i nomi dei candidati sarebbero stati trascritti successivamente alle firme degli elettori presentatori.

Tutti i collegamenti recavano infatti la data del 24 o 25 aprile 2014, mentre le firme sarebbero state apposte prima della dichiarazione di apparentamento.

E ancora, al Partito socialista italiano, una delle liste della coalizione di centrosinistra, mancherebbero delle firme dei presentatori, passaggio necessario dato che il Psi non ha gruppi autonomi costituiti né in Parlamento, né in Consiglio regionale.

E infatti per il Psi, notano i ricorrenti, "ha fatto dichiarazione esonerativa un esponente del Sudtirolen Volkspartei".

Vizi di varia natura sarebbero poi riscontrabili nelle liste Italia dei Valori di Chieti, Centro democratico per la lista di Teramo, Abruzzo Civico e Valore Abruzzo.

C'è poi l'attenzione sulla legge elettorale regionale attualmente in vigore, ritenuta dai ricorrenti - che comunque l'hanno approvata - di difficile interpretazione e di dubbia costituzionalità, in particolare per una presunta "idiosincrasia costituzionale" tra la legge regionale e la legge nazionale nel sistema di assegnazione dei seggi.

Non si è fatta attendere la reazione dal fronte del centrosinistra.

"Il ricorso del centrodestra - commenta Tommaso Di Febo, coordinatore regionale di Sinistra ecologia e libertà - contro la limpida vittoria della coalizione di centrosinistra è la mossa disperata di azzeccagarbugli delusi dalla propria cocente sconfitta”.

Durissimo anche il commento di Camillo D'Alessandro, sottosegretario alla presidenza.

"Dopo aver allungato la legislatura, dopo aver avuto 66 mesi a disposizione, dopo essere stati indiscutibilmente battuti, dopo aver lasciato devastata la Regione, sull'orlo del fallimento Arpa, dopo Mario Negri, Centri di ricerca, mancata spesa dei fondi comunitari che ora rischiano di tornate indietro, incuranti della crisi che colpisce famiglie ed imprese, ora vogliono gettare nel caos gli abruzzesi colpevoli di averli mandati a casa. Anche questa volta saranno battuti".

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