ROMA Giornata calda ieri per il Lingotto. Notizie positive che hanno spinto in alto il valore del titolo (ha chiuso a 7,7 euro in crescita dell’1,3% dopo aver compiuto un balzo del 3%) mentre le Borse europee e soprattutto Piazza Affari (-2,2%) registravano un segno negativo, spinte in basso anche dalla tragedia del volo Malayasia. La mattina era iniziata con i dati sulle vendite europee finalmente positivi per Fiat. Poi sono arrivati i rumor dalla Germania sull’interesse del gruppo Volkswagen per Fiat-Chrysler o almeno per importanti asset della nascente FCA. Addirittura si è parlato di fusione. L’ipotesi, anticipata dalle agenzie di stampa, viene avanzata dal periodico tedesco Manager Magazin in edicola oggi secondo il quale ci sarebbero già stati colloqui fra gli azionisti dei due gruppi, famiglie che fanno parte del “salotto buono” dell’automotive mondiale da sempre: da una parte gli Agnelli-Elkann, dall’altra i Porsche-Piech. La vicenda ha comunque premiato meno l’azione del gigante di Wolfsburg, che ha lasciato sul terreno il 2,1%. Secondo il magazine tedesco, che cita fonti industriali, i vertici delle due dinasty (che sicuramente hanno contatti periodici) si sarebbero incontrati recentemente proprio per parlare dell’affare.
I NIPOTI IN CAMPO
I leader delle due cordate hanno un volto e un nome: John Elkann, il nipote dell’Avvocato, e il più anziano Ferdinand Piech, nipote di Ferdinand Porsche da parte di madre oltre che artefice della grande crescita Volkswagen e soprattutto di Audi, la “cassaforte” del gruppo. I quartier generali delle due aziende, colti di sorpresa, hanno prima rilasciato dei no-comment. Fatte le verifiche del caso, sono arrivate le scontate smentite. Se mai fossero vere, infatti, certe operazioni si ammettono solo quando concluse. Per quello che è accaduto negli ultimi anni lo scenario in realtà è plausibile ed è una certificazione del buon lavoro fatto da Sergio Marchionne che ha sicuramente creato valore per gli azionisti (la capitalizzazione parla chiaro), modellando un’azienda globale fortemente radicata in Nord America, attualmente il mercato dell’auto più profittevole al mondo.
I torinesi, quindi, potrebbero uscire da un settore periodicamente soggetto a turbolenze incassando cifre considerevoli (Manager Magazin sostiene che chiaramente si terrebbero il gioiello Ferrari in grado di vivere di luce propria) o diventare azionisti di un’azienda più grande e quindi molto più stabile (mettendo insieme i due gruppi già ora verrebbe fuori un gigante da 15 milioni di veicoli l’anno, oltre 800 mila dipendenti e 300 miliardi di euro di fatturato).
L’ALFA E L’AMERICA
I tedeschi da parte loro centrerebbero due obiettivi: metterebbero finalmente le mani sull’Alfa Romeo da sempre nelle mire di Piech e Winterkorn (il numero uno operativo di Volkswagen), ma soprattutto avrebbero finalmente una presenza di rilievo in Nord America dove Wolfsburg ha una quota di mercato più bassa rispetto al resto del mondo.
Se queste restano ipotesi, fatti concreti sono le immatricolazioni del mese di giugno in Europa che fanno finalmente sorridere il Lingotto recentemente soddisfatto solo dai successi americani. Nell’ultimo mese le vendite nei 28 paesi Eu e nei 3 Efta sono aumentate per la decima volta di fila (+4,3%) portando il cumulato del semestre a +6,2%. Ma questa volta il Lingotto è cresciuto molto di più: 6,9% nel mese con il brand Jeep che ha fatto +62%. La 500 resta l’auto della sua categoria più richiesta davanti alla Panda. Dei 5 paesi più grandi solo la Germania ha registrato segno meno (1,9%) ed è per questo che il Volkswagen Group (+2,5%) è cresciuto meno della media, perdendo nel mese 0,5 punti di quota di mercato (da 34,3% a 23,8%).