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Data: 19/07/2014
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Camusso a Renzi: «Basta parole, è ora di rompere gli indugi». La leader della Cgil: «Gli 80 euro sono interessanti ma non bastano. Il premier deve agire per difendere l’occupazione, non solo a parole, ma anche con i fatti»

«È ora che il governo Renzi rompa gli indugi e agisca per difendere» l’occupazione. dice il leader Cgil, Susanna Camusso. «Bisogna che il premier, aggiunge, «nelle visite pastorali non porti ai lavoratori delle fabbriche in difficoltà - citando casi come Terni (Ast) e Gela (Eni)- solo parole» ma anche «provvedimenti e politiche industriali». Per Camusso adesso occorre «attuare la prima vera riforma che serve all’Italia: difendere e allargare l’occupazione, trovare risorse per investire nel lavoro». Renzi, sottolinea, ai lavoratori non può portare solo «televisioni e giornalisti», ma «al mondo del lavoro e della produzione serve una maggiore incisività nella difesa e nell’allargamento dei livelli produttivi, dell’occupazione, della capacità competitiva del Paese». Tutto ciò però, sostiene la leader della Cgil, «non lo vediamo nelle preoccupazioni e nelle azioni di un Governo impegnato solo nelle controverse leggi costituzionali ed elettorali. Anche gli 80 euro, che abbiamo salutato con interesse, se - avverte - restano l’unica politica del Governo per contrastare la crisi, non avranno efficacia».

«Ogni giorno un’azienda chiude o emigra»

«Qui bisognerebbe riflettere che l’effetto degli 80 euro è già finito», ha detto Camusso. «Sono già tre governi che annunciamo la luce in fondo al tunnel, mi pare invece che sia arrivato il treno e noi stiamo passando sotto un treno che, giorno per giorno, con una rapidità crescente, sta travolgendo interi settori», ha aggiunto. Susanna Camusso ha rilanciato l’allarme: «Non passa giorno senza assistere alla chiusura di aziende grandi e piccole, che la nostra tecnologia e la nostra capacità di innovazione e produttiva venga acquisita e trasferita all’estero, lasciando nel nostro Paese fabbriche chiuse e lavoratori licenziati. La situazione è diventata insostenibile». Lo sciopero dei lavoratori delle Acciaierie Speciali Terni, ha detto il segretario Cgil, «non è un caso isolato, visto che si aggiunge alle crisi dell’Ilva e di Piombino. Tutte situazioni che insieme a diverse altre risentono», spiega Camusso in un comunicato, «dell’inerzia e della sottovalutazione della crisi industriale, della deindustrializzazione, della quotidiana spoliazione del capitale umano, tecnologico e manifatturiero, che sta compiendo il governo Renzi». La leader della Cgil fa notare che «nelle stesse aziende a controllo pubblico, come l’Eni, si scelgano strade di deindustrializzazione». E, rimarca, «l’ultimo caso è quello della raffineria di Gela».

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