Pugno duro di Atac contro gli assenteisti. Dopo l’annuncio del sindaco Ignazio Marino per l’eccesso di assenze dal lavoro in Ama, la municipalizzata dei rifiuti, la nuova politica del Campidoglio fa breccia anche in Atac. «Troppi disagi per i clienti sulla linea Termini-Giardinetti», tuonano dall’azienda. E di conseguenza Atac ha deciso di usare una condotta esemplare per fermare gli assenteisti, imponendo inoltre «le ferie d’ufficio per gli altri addetti quando la linea viene sospesa per indisponibilità di personale». La decisione è arrivata dopo la lunga serie di limitazioni e interruzioni del servizio, di cui l’ultima l’altra mattina, con la sospensione del tratto Porta Maggiore-Centocelle, che ha provocato notevoli disagi agli utenti. A incrociare le braccia erano pochi lavoratori, ma con il coinvolgimento indiretto di altre decine.
IL PREGRESSO
Nei primi sei mesi del 2014 tali interruzioni del servizio, riconducibile a poche unità, infatti, hanno provocato un calo dei chilometri prodotti pari al 10% rispetto allo stesso periodo del 2013, spiegano dall’azienda. Ciò, oltre al disservizio, rischia di produrre un impatto negativo sui corrispettivi per Atac derivanti dal contratto di servizio, oltre al danno economico patito da Atac per l’utilizzo improduttivo delle risorse impiegate nella linea che rimangono inoperose a causa delle sospensioni. «Tale situazione - aggiungono dal Campidoglio - è in chiaro contrasto con il grande sforzo che l’azienda sta compiendo a tutti i livelli per migliorare l’efficacia e l'efficienza della propria gestione, nell’interesse innanzitutto dei clienti, che sono stati gravemente penalizzati dalle indisponibilità di personale registrate sulla linea».
RISCHIO RICORSI
Ed è proprio per eliminare questo spreco che l’azienda ha determinato di considerare in ferie d’ufficio il personale della Termini-Giardinetti non utilizzabile a causa delle sospensioni della attività. Qualora si superi il monte ferie, fermo restando il godimento delle ferie programmate, l’azienda procederà a trattenere dalla busta paga gli importi corrispondenti. Una manovra che apre anche scenari di «ribellione», visto che qualche lavoratore ha già annunciato battaglia, paventando la possibilità di ricorrere al giudice. Ma l’azienda sembra determinata a dichiarare guerra all’assenteismo, usato in alcuni come grimaldello per rivendicazioni contrattuali, o di posizione.
I DATI
Roma-Giardinetti a parte, ogni giorno secondo le tabelle aziendali dei 6.500 autisti assunti dall’azienda, circa 970 restano a casa. A questi si aggiungono gli amministrativi poco più di un centinaio giornalieri (su 1300), i circa 300 operai (su 3.000) e i macchinisti, qualche unità su 450 dipendenti. Numeri simili a quelli dei dipendenti Ama con il 16 per cento di assenti ogni giorno, che pesano notevolmente sul bilancio comunale.
Molto efficace, secondo i vertici di Atac, la politica di redistribuzione retributiva avviata per incentivare i lavoratori meno assenteisti e più virtuosi. Con miglioramenti che farebbero prevedere un calo notevole dei certificati per malattia, e la possibilità per chi lavora di guadagnare di più. La questione della Termini-Giardinetti, insomma, è solo l’estrema ratio contro un «sistema di ricatto corporativo di alcuni lavoratori», fanno sapere dall’azienda. Mentre coinvolgere il personale su obiettivi virtuosi, rimane il vero obiettivo.