ROMA Alitalia emetterà azioni privilegiate che assegnano ai sottoscrittori una corsia preferenziale in caso di distribuzione degli utili e postergano le perdite. Una mossa che stana Poste. Ieri il cda presieduto da Roberto Colaninno ha approvato la proposta sull’aumento di capitale sotto forma di equity committment fino a 250 milioni, sul tavolo dell’assemblea di stamane che dovrà anche approvare il bilancio 2013 (rosso di 569 milioni) e nominare i sindaci. Il board è durato oltre sette ore perchè le 26 pagine della proposta sono state attentamente ponderate visto che contengono questo privilegio che, di fatto, mette nell’angolo Poste, secondo socio con il 19,48%. Sempre ieri si sarebbe riunito brevemente il cda della società guidata da Francesco Caio che ha fatto il punto sullo stato delle trattative con gli advisor di Alitalia rispetto allo schema di operazione alternativa: nascita di un veicolo intermedio fra Old Az (vecchia Alitalia) e New Az nella quale investirebbero Poste e la stessa Old Az. Questo veicolo avrebbe il 51% di New Az (Etihad il 49%). Questo meccanismo è stato studiato perchè pur volendo «partecipare ad un’operazione di tipo industriale da cui conseguano per Poste sinergie», come si legge nella proposta ai soci, la società non vuole accollarsi oneri riguardo il contenzioso destinato a restare nella Old Az.
CAIO RICONVOCA IL CDA OGGI
Il cda di Poste sarebbe stato aggiornato a oggi (primo pomeriggio) quasi in contemporanea con l’assemblea di Cai per assumere eventuali ulteriori decisioni. Questo anche alla luce del vertice tenutosi ieri sera, dopo il cda Cai, fra Gabriele Del Torchio e Luigi Calabria, cfo di Poste.
La società postale e finanziaria rischia di restare spiazzata dalle modalità della manovra sul capitale. Infatti anche non sottoscrivendo l’equity committment, la quota di Poste si diluirebbe a circa il 14% rimanendo penalizzata nel caso in cui Cai dovesse ridurre il patrimonio per l’esito sfavorevole dei contenziosi senza godere del beneficio delle nuove azioni privilegiate. Nel piano Poste ribadisce invece, «la necessità di prevedere un meccanismo all’interno del piano asseverato ex art. 67 della legge fallimentare che permetta a Poste di recuperare il proprio investimento ed una remunerazione di mercato dello stessa, senza dover attendere la prescrizione e/o il passaggio in giudicato dei giudizi tributari (AirOne, ndr) e civili (WindJet, ndr) pendenti o ulteriori passività non ancora emerse». Insomma il legale di Poste (Franco Gianni) chiede una sorta di manleva a prescindere da tutto per essere atterrata nel capitale dopo gli altri soci. Ma anche Unicredit e Percassi sono arrivati in contemporanea, senza accampare pretese.
Ecco perchè è molto probabile che l’assemblea odierna resti aperta per consentire agli advisor di Cai e di Poste di trovare un punto di mediazione fra il progetto di Etihad e quello di Poste.