ROMA Il decreto legge di riforma della Pubblica amministrazione supera il primo passaggio parlamentare e ne esce «confermato nel suo impianto, ma molto migliorato», seguendo sempre due direttrici «cambiamento» ed «equità», spiega il ministro della Pa, Marianna Madia. In effetti non sono mancate le novità, mentre probabilmente i tempi per apportarne delle altre si sono fatti molto stretti. Il testo è quindi quasi blindato ed è così pronta la ricetta per la «rivoluzione copernicana», come l’ha ribattezzata il premier Matteo Renzi. E il lavoro della commissione Affari costituzionali della Camera ha rafforzato il principio del turn-over, o meglio della staffetta generazionale: la vera chiave per “rottamare” la macchina dello Stato. Uno degli ultimi atti della commissione è stata, infatti, l’approvazione di un emendamento che stabilisce il pensionamento d’ufficio per i dipendenti pubblici a partire dai 62 anni. Il travet che abbia raggiunto i requisiti massimi d’anzianità (41,6 anni per le donne e 42,6 per gli uomini) può essere mandato a riposto, purché, appunto, non abbia meno di 62 anni, in modo tale da evitare penalizzazioni nell’assegno. L’età standard è ferma a 66 anni, però deve essere motivata «con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi», si legge nella modifica avanzata dal relatore, Emanuele Fiano (Pd). Le regole valgono per tutti compresi medici e professori universitari, categorie per cui però l’asticella sale a 65. Esclusi restano solo i magistrati. Si tratta di una novità che potrebbe aprire diversi spazi nella Pa, eventualmente da riempire con nuovi assunti. Insomma non ci sarebbe più esclusivamente l’abolizione del trattenimento in servizio, come unico strumento per “svecchiare” la Pubblica amministrazione. Lo stop a restare a lavoro dopo avere raggiunto i limiti è stato confermato anche per le toghe, pure se un emendamento ha fatto salvi non solo quanti hanno già attivato l’istituto, ma anche coloro che ne hanno i requisiti. Intanto è sicuro che da settembre 4mila tra insegnanti e personale della scuola saranno a riposo, è stata infatti trovata una soluzione per i lavoratori rimasti intrappolati dopo la riforma Fornero. Ora tocca all’aula della Camera, dove il dl approderà lunedì, mentre sono attesi i pareri della commissione Bilancio sugli emendamenti. Un’altra novità riguarda la mobilità obbligatoria che avrà però delle eccezioni. L’amministrazione infatti non procederà al trasferimento di dipendenti da un ufficio all’altro, sempre entro il limite dei 50 chilometri, senza prima avere ottenuto il via libera degli stessi lavoratori, nel caso si trattasse di genitori con figli piccoli, sotto i tre anni, o con problemi (per cui scatterebbero le tutele della legge 104). Inoltre, un emendamento al dl dà voce ai sindacati, che potranno dire la loro in sede di definizione dei criteri generali sulla mobilità.Nel provvedimento sono state inserite anche misure che permettono lo scorrimento di graduatorie con la creazione di nuovi posti per oltre mille Vigili del fuoco. E non mancheranno anche chiamate tra le forze di polizia, in vista di Expo 2015. Vengono inoltre anche prorogati i contratti dei precari delle province. I vertici della Banca d’Italia, dell’Ivass e della Consob nei due anni successivi alla cessazione dell’incarico, non potranno intrattenere rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con i soggetti regolati. Viene invece allargato il campo d’azione del presidente dell’Autorità anticorruzione, ruolo ricoperto da Raffaele Cantone.