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Pescara, 24/11/2024
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Data: 28/07/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Fondi Ue, Di Pangrazio bacchetta la giunta. Il presidente del Consiglio: «Una stortura decidere in silenzio e di non darli a Sulmona e Avezzano».

PESCARA «Ci sono città che fanno sforzi enormi per il proprio territorio, come Sulmona per la Valle Peligna e Avezzano per la Marsica. E non è possibile che questa giunta regionale, senza confrontarsi con nessuno, le abbia escluse dalle misure di sostegno dell'Unione europea». Non capita tutti i giorni di sentire un presidente del consiglio regionale rimproverare la maggioranza che l’ha indicato e da cui proviene. Giuseppe Di Pangrazio, marsicano doc, ieri l’ha fatto due volte a Sulmona, a margine dell'inaugurazione della Giostra Cavalleresca di Sulmona. La prima volta quando appunto è intervenuto nel dibattito sulle aree inserite dall'esecutivo regionale tra quelle beneficiarie degli aiuti del '107/3/C' e fra le quali non figurano ampie zone della provincia dell'Aquila, tra cui i territori dei comprensori di Avezzano e Sulmona; la seconda volta quando si è preso l’onere (e l’onore) di chiedere formalmente alla giunta di predisporre «immediatamente» il Regolamento di attuazione della legge regionale sul sostegno e la promozione delle manifestazioni storiche e culturali, approvata dal consiglio regionale nella scorsa legislatura. Nel caso dei fondi Ue, Di Pangrazio, ha parlato di stortura e della necessità di porvi rimedio: «Mi attiverò personalmente sia con il presidente Luciano D'Alfonso che con il vice Giovanni Lolli affinchè questa stortura venga immediatamente corretta. Marsica e Valle Peligna, infatti, sono zone colpite pesantemente dalla crisi economica degli ultimi anni e hanno il diritto di poter accedere a tutti gli strumenti di sostegno previsti dalla normativa europea, che non possono essere cancellati con un tratto di penna». Analoga la richiesta a favore delle manifestazioni storiche, come la Giostra Cavalleresca e il Mastrogiurato di Lanciano. «Sono convinto», ha spiegato, «che progetti come questi vadano sostenuti con forza dalle Istituzioni, perché oltre alla loro valenza culturale, rappresentano un valore aggiunto per l'offerta turistica della regione, contribuendo a rafforzare l'immagine dell'Abruzzo, accanto alle nostre bellezze naturalistiche e paesaggistiche, al mare, alle montagne, al sistema dei parchi». Adesso gli stessi motivi il presidente del Consiglio deve ripeterli alla maggioranza

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