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Data: 29/07/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sconto fiscale per piloti e assistenti. Per sbloccare lo stallo proroga dello sgravio sull’indennità di volo

ROMA È il decreto Sblocca Italia l'asso nella manica che il governo vuol gettare sul tavolo per sbrogliare il caso sindacati che mette in bilico l'affare Etihad. Nella bozza del provvedimento, Palazzo Chigi ha inserito una misura che proroga per il triennio 2015-2017 gli sconti fiscali sull'indennità di volo, (percepita da piloti e assistenti), che non concorreranno «alla formazione del reddito ai fini contributivi». Meno tasse, in pratica, per compensare i tagli alle retribuzioni previsti dal piano Alitalia e contestati dalla Uil. La novità, che potrebbe costituire una svolta, è giunta al termine di una giornata segnata da tensioni sindacali sempre più acute. Ieri è stato il turno della Cgil a gettare nuova benzina sul fuoco richiamando la Uil «all’unità» e accusando il sindacato, che si oppone al taglio del costo del lavoro dei dipendenti della compagnia aerea, di avere un atteggiamento «corporativo». L’affondo è arrivato dal segretario Susanna Camusso che, parlando da Gela, ha detto che «i temi che sta proponendo la Uil dividono i lavoratori dell'azienda».
GOVERNO IN CAMPO
Nessuna replica dagli uomini del segretario Luigi Angeletti. Ma è chiaro che più si alza il livello dello scontro più diventa difficile trovare la mediazione che Alitalia giudica indispensabile per affrontare con serenità il rush finale della trattativa con gli arabi. Il management che affianca l’ad Del Torchio, forte del risultato del referendum sindacale che la scorsa settimana ha sancito la legittimità dei tagli (31 milioni di riduzioni salariali per 11 mila dipendenti nell’arco di 5 mesi), potrebbe andare avanti senza problemi. Però il via libera dell’intero arco sindacale (Uil trasporti e Anpac non hanno firmato e continuano ad opporsi ) è giudicato comunque importante. Per questa ragione il governo, dopo una iniziale neutralità, ha deciso di intervenire. Due giorni fa Matteo Renzi aveva avvertito che l’alternativa, in Alitalia, era «tra mille e 15 mila esuberi». E ieri il ministro dei Trasporti ha fatto risentire la sua voce spiegando che «se non dovesse esserci uno sblocco, il governo non potrà fare altro che riconvocare al tavolo i sindacati e spiegare loro la situazione». Il problema è che nel caso in cui si riaprisse un negoziato sui salari, gli altri sindacati potrebbero puntare i piedi. Come ha avvertito ieri la Cgil, ancora per bocca di Camusso. «Al ministro dei trasporti che pare solleciti l'apertura di nuovi confronti – ha ammonito la leader del sindacato di Corso Italia – dico che se si riapre un confronto si riapre su tutto».

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