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Pescara, 24/11/2024
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Data: 29/07/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, prove d’intesa Poste-banche. Caio offre 50 milioni nella Newco, le banche ne vogliono però 73

ROMA Poste e banche fanno reciprocamente un passo in avanti in direzione di un compromesso. Poste propone un accordo scritto: l’investimento di circa 50 milioni (e non di più) avviene sempre nella Midco, holding intermedia fra la vecchia Alitalia (Old Az) e la nuova (New Az). Il gruppo postale concede, però, un’apertura a Intesa Sanpaolo e Unicredit: priorità nel rimborso dal ricavato della vendita della compagnia, utilizzando il privilegio insito nelle nuove azioni dell’operazione da 250 milioni varata venerdì scorso. Le banche e Atlantia, però, rilanciano: va bene l’intervento tramite Midco ma Poste deve assicurare 73 milioni necessari per partecipare, assieme ai due istituti e al gruppo autostradale, alla garanzia delle quote non sottoscritte dai soci di Alitalia. Ieri sera al termine di un vertice tenutosi a Milano, presso la sede di Unicredit, fra Ghizzoni, Messina e Castellucci collegato in call, i tre avrebbero riferito a Francesco Caio la loro controproposta. Poste quindi rinuncia per sempre a investire in New Az al fianco di Etihad e a non godere della corsia preferenziale nel rimborso ma resta ferma sull’ammontare dell’esborso, le banche accettano la presenza di Midco che creava una disparità fra soci, fanno quindi un’apertura sulla governance ma si impuntano sull’esborso oltre 70 milioni. Probabilmente per far quadrare il cerchio sarà necessario un ulteriore sforzo delle parti.
SOLDI PER IL DEFICIT DI CASSA
Dei 250 milioni dell’equity committment (impegno a sottoscrivere) di Old Az, che Poste non versa, circa 200 milioni dovranno essere girati, tramite Midco, a New Az per coprire un eventuale deficit di cassa che dovesse emergere entro fine anno. E’ questo un elemento nuovo contenuto anche nelle pieghe del term sheet (documento contenente i punti salienti dell’accordo) inviato ieri pomeriggio dai legali di Poste (studio Gianni Origoni Grippo Cappelli) allo studio Bonelli Erede Pappalardo che assiste Alitalia. Finora era emerso che i soldi freschi dell’equity committment sarebbero serviti per tamponare eventuali oneri legati ai contenziosi in corso con WindJet, AirOne più altri minori, con un rischio potenziale di 400 milioni. Se invece, i 200 milioni freschi serviranno per assicurare l’equilibrio di cassa a Cai sino a fine anno, vuol dire che i soci di Old Az potrebbero essere chiamati a iniettare altri soldi per le cause eventualmente perse. Ed è questa una delle ragioni alla base della proposta di Poste messa nera su bianco nel preaccordo. Caio insomma, in considerazione dell’indagine Ue su presunti aiuti di Stato e in vista della quotazione, vuol investire su un progetto industriale da cui potranno scaturire sinergie. Unicredit soprattutto che si era impuntato in quanto a ottobre scorso era entrato in Alitalia assieme a Poste, lancia un segnale di distensione, condiviso da Intesa (giovedì 24 ha riunito un cdg straordinario per un aggiornamento) e da Atlantia. Su banche, Poste e Atlantia, i soci che dovranno garantire l’intera ricapitalizzazione, è in atto il pressing del governo, come dimostra anche l’incontro recente fra Renzi, Ghizzoni e Castellucci. Ora per trovare l’intesa è necessario che Poste versi altri 23 milioni circa: un sacrificio che probabilmente Caio farà. Venerdì si terrà il cda di Poste, dopo che quello di venerdì scorso è stato annullato, che potrebbe sbloccare il negoziato Alitalia- Etihad dove incombe sempre il nodo dei sindacati.

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