PESCARA Protezioni metalliche, dissuasori di velocità, barriere materiali o immateriali: la riapertura di corso Vittorio Emanuele passa dagli interventi sulla sicurezza che il Comune deve realizzare, altrimenti il corso resterà chiuso sine die. Oggi il vice sindaco nonché assessore alla Mobilità Enzo Del Vecchio effettua un nuovo sopralluogo su corso Vittorio insieme a tecnici del Comune e della Gtm. Sì, perché gli unici mezzi che sicuramente sono destinati a solcare il primo pezzo riqualificato della strada più grande di Pescara sono proprio i bus della Gestione trasporti metropolitani. Nel disegno della precedente Amministrazione, una volta completato il primo lotto dei lavori, su corso Vittorio dovevano transitare solo i mezzi pubblici, le automobili dei residenti, i taxi e le vetture di servzio delle forze dell'ordine e di soccorso perché il grosso del traffico doveva essere dirottato sulla strada parallela delle aree di risulta. Ma il Tar ha dato ragione a Confcommercio intimando l'Amministrazione a riaprire corso Vittorio non appena fossero terminati i lavori del primo lotto e a smantellare la strada parallela. Ora i lavori sono finiti, mancano solo le rifiniture e a giorni corso Vittorio sarà «abile e arruolato» sulla carta. «Ma non nei fatti - precisa del Vecchio - perché senza le misure di sicurezza io non riapro niente». Il nuovo Attila, come lo ha ribattezzato Carlo Masci «per la sua voglia di distruggere tutti i progetti della nostra Amministrazione», mette in evidenza le criticità fin qui riscontrate. «Su corso Vittorio esistono pericoli oggettivi per i pedoni su entrambi i lati: sul lato-monte, il marciapiede si confonde con l'asse stradale senza soluzione di continuità e siccome lì devono passare i mezzi pubblici, è sufficiente che transiti un solo bus per creare una situazione di pericolo; sul lato-mare i sarcofaghi di marmo e le altre fioriere aguzze sono un altro rischio per i passanti, il tutto a pochi centimetri dall'asse stradale dove dovrebbero transitare auto e bus». Insomma, per Del Vecchio «al momento non sussiste alcuna condizione per riaprire corso Vittorio, ma siccome prima o poi dovremo farlo dovremo prima installare barriere di protezione, il meno impattanti possibili». Lo stesso Del Vecchio ha annunciato per settembre di voler mettere mano al nuovo piano del traffico. In proposito, l'associazione Ciclisti anonimi pescaresi lo invita a guardare oltre Pescara e a rapportarsi con tutti i Comuni dell'area metropolitana (Chieti, Francavilla al Mare, Montesilvano, Spoltore, Città Sant'Angelo) visto che su Pescara si scarica il traffico dalle altre località. «Serve un piano del traffico dell'area vasta, non limitato alla singola città - dicono i Ciclisti anonimi pescaresi - tuttavia ci rendiamo conto che la realizzazione di questo piano necessiti di tempi lunghi. Allora, nel breve periodo il Comune di Pescara potrebbe realizzare quei progetti di dimensione locale che possono contribuire effettivamente al miglioramento della vivibilità cittadina: ci riferiamo al biciplan e al piano del trasporto pubblico».