Precipitano di nuovo verso forme estreme di agitazione le relazioni sindacali in seno alla Gtm, la spa pubblica che gestisce il servizio di trasporto urbano. I lavoratori aderenti a due sigle confederali, Filt Cgil e Faisa Cisal, e alla Ugl autoferro hanno deciso di indire un referendum abrogativo del verbale di accordo sottoscritto dalla direzione aziendale con altre sigle sindacale, ritenute meno rappresentative della comunità dei lavoratori.
Si tratta, secondo i sindacati, di una manovra per eludere il confronto con Cgil, Cisl e Ugl. Secondo argomento di scontro, la decisione di Gtm di modificare unilateralmente i criteri che disciplinano il cambio turno tra operatori, creando notevoli disagi e malcontento nel personale viaggiante.
Alla decisione del referendum si abbina quindi una prima giornata di sciopero affidata dall’assemblea ai rappresentanti della Rsa aziendale.
Finisce dunque su un binario morto il dialogo faticosamente riaperto tra azienda e sindacati, interrottosi il lo scorso 14 giugno 2014 dopo la mancata risposta della direzione aziendale in merito agli impegni assunti su relazioni industriali, sicurezza mezzi, corretto utilizzo del personale, servizio extraurbano, sanzioni disciplinari”.
Inutile, in sede di procedura di raffreddamento, anche la presenza al tavolo del presidente di Gtm Michele Russo: le riunioni operative con i responsabili di area, denunciano Cgil, Cisal e Ugl, «conclusesi peraltro senza che l’azienda abbia assunto formali impegni attraverso la sottoscrizione di appositi verbali, hanno fatto registrare un nulla di fatto su tutti i fronti».
A questo stallo si imputa la decisione dell’azienda di firmare un verbale di intesa con altri interlocutori sindacali, disposti «a condividere temi ed argomentazioni oggetto dello stato di agitazione in corso e che sono di interesse aziendale come ad esempio nel caso delle assurde promozioni a pioggia previste per il settore amministrativo».