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Pescara, 24/11/2024
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Data: 31/07/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Il verdetto sui costi standard - Regione, il conto sale. Altri sei milioni alle aziende di trasporto

PESCARA Nel giorno in cui la Commissione regionale di vigilanza ha ascoltato i vertici della Saga (la società pubblica che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo) e la direzione regionale Trasporti per capire come si è arrivati ad accumulare 8 milioni di euro di debiti, la giunta regionale ha dovuto firmare una transazione con i concessionari privati del trasporto pubblico (Tpl) di altri 6 milioni di euro per chiudere una prima parte dei contenziosi sorti sui rimborsi. Un capitolo che fa riferimento agli anni 1987-2002 e che è stato trascinato nei vari bilanci regionali rinviando sempre la sua definizione. Tra Saga e costi del Tpl siamo già a circa 15 milioni di euro. Se a questi si aggiungono i 3 milioni di debiti accumulati dal Centro di ricerche Mario Negri Sud e i 12,6 milioni dell’Arpa (la principale società regionale di trasporto su gomma), il “conto salato” che la Regione si trova ad avere in mano supera già i 30 milioni di euro. E siamo solo all’inizio di quella “road map” sugli enti strumentali che il governatore Luciano D’Alfonso vuole definire – delegando il sottosegretario Camillo D’Alessandro – per conoscerne lo stato economico effettivo e funzionale. Il primo nodo sui rimborsi del Tpl è arrivato al pettine dal momento che i concessionari creditori hanno vinto i contenziosi dopo anni di battaglia legale. I tribunali hanno condannato la Regione a pagare 7 milioni 278mila euro, “transati” quindi a 6 milioni 640mila euro, compresi interessi legali e risarcimenti per il presunto danno. Ottenendo un dilazionamento dei pagamenti. Il problema ora è che sulla scia di queste sentenze arriveranno al capolinea le altre richieste di rimborso fino al 2012. Un mucchio di soldi perché la Regione in tutti questi anni non è stata in grado di trovare un’intesa con i concessionari sulla definzione dei costi standard ai quali far riferimento per i rimborsi del Tpl (e non a “piè di lista” come è poi avvenuto e avviene). Infatti ha sempre dato un anticipo alla società concessionarie confidando di arrivare all’accordo, adesso invece deve saldare il conto secondo le modalità di calcolo richieste dai concessionari. E fra le società in credito ci sono anche quelle pubbliche. «Neanche nel regno di Pantalone si sarebbe potuto consentire questo andazzo», commenta D’Alessandro prendendosela con l’ex giunta di centrodestra: «I bilanci che Chiodi ha definito risanati sono in realtà bugiardi: è stato consumato l’ordinario e rinviato al futuro, come se fosse una discarica, tutto ciò che non si era capaci di fare e non conveniva politicamente fare. E adesso arrivano i “pacchi”»

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