Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.943



Data: 31/07/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Auto sparite dal progetto il giallo di corso Vittorio. Un errore o un bluff dietro il restauro che esclude il traffico

Il punto finale è che nessun mezzo meccanico può circolare in sicurezza lungo corso Vittorio Emanuele. Dubbio sollevato dai tecnici che martedì scorso hanno effettuato un sopralluogo sul cantiere, insieme al sindaco Alessandrini e al vicesindaco Del Vecchio. Un interrogativo che riassume un vero e proprio giallo: chi ha bluffato su corso Vittorio? La precedente amministrazione comunale, che ha promosso i lavori di restyling, ha sempre affermato di non avere intenzione di chiudere totalmente al traffico una delle principali arterie della città e, pur non specificando mai con esattezza l’idea sulla funzione futura della strada - semipedonale, mega Ztl, solo mezzi pubblici -, ha affermato in più occasioni che il cantiere non era propedeutico alla completa pedonalizzazione. «Sono lavori di riqualificazione e non di pedonalizzazione», lo slogan lanciato dall’ex vicesindaco Fiorilli e dal leader di Pescara futura Carlo Masci. fa fede anche il rendering del progetto, a lungo esposto in area cantiere, in cui si vedono, tutti insieme appassionatamente, autobus, pedoni e auto private sfreccianti in entrambe le direzioni di marcia.
Eppure, i tecnici affermano che permettere ad auto e bus di transitare lungo il corso potrebbe essere pericoloso, dato che in più punti la sede stradale è allo stesso livello dei marciapiedi e i vasconi ai margini della via ostacolano la visuale dei pedoni. Sbagliato il progetto? Confrontando il rendering con il lavoro finito la risposta è no. Tutto è stato realizzato esattamente come era previsto nella rappresentazione grafica. C’è il pavimento in porfido, ci sono le due corsie di marcia, ci sono le panchine in acciaio inox e le fioriere, in qualche caso sostituite a parità di ingombro da fontane zampillanti. Ci sono anche, ai margini della carreggiate, due piccole corsie di sanpietrini che delimitano la banchina. E soprattutto ci sono strisce pedonali stampate, effettivamente inutili in un’area pedonale.
Dov’è l’inghippo? Se la volontà politica era lasciare transitabile il corso ed i lavori sono stati eseguiti fedelmente, come si spiega il verdetto di tecnici? Domanda legittima, specie se si pensa che il futuro di corso Vittorio è uno dei grattacapi più pungenti per la nuova amministrazione, stretta fra l’impossibilità di demolire gli ostacoli architettonici al passaggio delle auto e le richieste insistenti dei commercianti. Una spiegazione logica non può prescindere dall’esistenza di un obiettivo coperto: rendere pedonale corso Vitorio in maniera irreversibile, in barba a rendering e dichiarazioni ufficiali. Perché? Una risposta è proprio la bretella alternativa sull’area di risulta, realizzata come alternativa provvisoria alla circolazione. Oppure come grimaldello per scardinare la sacralità dell’area di risulta e avviare di fatto, nell’anno della scadenza del vincolo di inedificabilità posto da Metropoli all’atto della vendita, l’urbanizzazione di un’area ufficialmente destinata a verde e parcheggi. Fino a ieri sembrava dietrologia; oggi, dopo il giallo del rendering, è un dato di fatto.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it