ROMA La prudenza è d’obbligo ma l’ottimismo cresce. Al termine di una giornata segnata da vertici istituzionali e industriali che hanno visto il governo regista principale, l’affare Alitalia-Etihad appare più vicino alla meta. Tanto che oggi, garantisce Palazzo Chigi attraverso il sottosegretario Delrio, la compagnia araba otterrà le risposte sui tre punti sollevati due giorni fa in una mail dal ceo James Hogan all’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio. Punti da chiarire e giudicati indispensabili per chiudere positivamente la trattativa. A cominciare dal ruolo di Poste, che si sarebbe decisa ad irrobustire il suo impegno («si chiuda al più presto» ha fatto sapere la società guidata da Francesco Caio) assicurando 70 milioni (e non più i 50 che erano stati stanziati) alla mid-co, la società cuscinetto tra le vecchia Cai e la nuova Alitalia, dove Etihad, pronta a investire 560 milioni entrerà con il 49%. Inoltre i soci sarebbero orientati a portare a 300 milioni di euro (una convocazione del cda è attesa nelle prossime ore) l'aumento di capitale, mettendo sul piatto 50 milioni aggiuntivi rispetto ai 250 varati dall'assemblea degli azionisti di Alitalia venerdì scorso.
LE CONDIZIONI
Nessuna opposizione dai soci allo schema della mid-co ma secondo quanto trapela Poste si deve impegnare, nel caso in cui per motivi fiscali o tecnici ad Etihad questa soluzione non dovesse andare bene, a tornare al vecchio programma, investendo nella old company. Anche le tensioni sindacali, che da settimane stanno tenendo col fiato sospeso chi segue il dossier, si starebbero stemperando. «Siamo in attesa di vedere che si concretizzi finalmente questa intesa: faremo tutte le valutazioni dopo», ha detto il segretario della Uil Angeletti al termine di un vertice con Uil Trasporti. Ma la rigidità dei giorni scorsi sembra aver lasciato spazio ad un atteggiamento più prudente e secondo alcune indiscrezioni il sindacato, che non ha firmato gli accordi sui risparmi sul costo del lavoro da 31 milioni di euro nei prossimi 5 mesi, sarebbe pronto a fare la sua parte ottenendo da Alitalia il riconoscimento per una diversa rappresentanza fra gli interessi del personale navigante e quello di terra.
I SINDACATI
Su queste basi i piloti, gli irriducibili che fino ad ora si sono opposti ai tagli salariali, darebbero l’ok. Una schiarita importantissima in quanto Etihad, che ha già ottenuto soddisfazione sul fronte esuberi, ha fatto sapere di voler entrare in gioco in un clima depurato da tensioni tra i lavoratori. Gran parte dei nodi sono stati sciolti in mattinata in un vertice nel quale il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha riunito il ministro delle Infrastrutture, i vertici di Alitalia e i principali azionisti, con Unicredit e Intesa sanPaolo. «Incontro proficuo, che consentirà in brevissimo tempo alla compagnia italiana di formulare una risposta all'ultima lettera di Etihad in modo da giungere al più presto ad un esito positivo» aveva informato Palazzo Chigi in una nota a chiusura del tavolo. Ancora poche ore per verificare se l’ottimismo del governo reggerà alla realtà dei fatti.