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Data: 31/07/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Del Torchio risponde a Hogan: firma al più presto

ROMA Alitalia prova a ricucire il nuovo strappo di Etihad impegnandosi a chiudere l’accordo «al più presto». Non è possibile oggi, serve qualche giorno in più. Anche perchè Poste, il soggetto che con le sue prese di posizioni, ha contribuito a mettere in guardia il partner arabo, avrebbe anticipato da domani a oggi pomeriggio (ore 16) il consiglio. Francesco Caio sottoporrà la decisione di aderire al progetto con alcune varianti che saranno contenute nella lettera di risposta di Gabriele Del Torchio alla missiva ricevuta dal manager di Abu Dhabi mercoledì scorso. Tra banche e Poste si sarebbero accorciate le distanze: per farle coincidere sembra manchi ancora l’impegno della società pubblica ad investire nella Old Az (vecchia Alitalia) e non nella Midco, newco intermedia fra la Old e la New Az, nel caso in cui, per ragioni legali o fiscali, la soluzione proposta dai legali di Caio non fosse praticabile.
Nella lettera l’ad di Alitalia chiarisce «i punti da risolvere» per chiudere l’accordo. La missiva ieri sera verso le 19, predisposta dai legali di Alitalia (studio Bonelli Erede Pappalardo) sarebbe stata trasmessa alle banche e ai principali soci prima che venisse girata al manager di Abu Dhabi. Qualche piccola limatura al testo sarebbe stata fatta dai legali dei soci: Franco Gianni (Poste), Pedersoli & associati (Intesa), Lombardi Molinari Segni (Unicredit).
I CAVILLI GIURIDICI
Del Torchio rassicura Hogan sulla disponibilità «della vecchia Alitalia (Old Az) di fondi sufficienti per consentire il trasferimento delle attività aziendali a New Az con l’ammontare concordato di risorse». Banche, Poste e qualche altro socio sono disponibili ad alzare da 250 a 300 milioni l’equity committment: questo è uno dei punti salienti concordato ieri mattina durante il vertice di palazzo Chigi, allo scopo di «far fronte al recente aggiornamento negativo delle aspettative reddituali di Alitalia», come evidenzia Hogan che fa riferimento anche «alla nuova struttura proposta da Poste» con la Midco. Su punto con Hogan sarebbe intervenuto in prima persona, Caio: l’ad di Poste lo avrebbe chiamato al telefono nella tarda serata di mercoledì per spiegargli il senso e il funzionamento della newco intermedia che avrà il 51% di New Az dove Abu Dhabi avrà il 49%. «È stata condivisa la linea della midco», ha spiegato Poste dopo il vertice col governo, e la necessità, quindi, che si investa nella nuova struttura. Un elemento, questo, sul quale c'è stata «piena sintonia con il Governo». Dovendo Poste andare in borsa e non volendosi attirare le ira della Ue in materia di aiuti di Stato, preferisce fare un investimento in una società vergine e non mettere soldi nella vecchia Alitalia dove finirà il passato, contenziosi compresi. Per dettagliare meglio il progetto, ieri mattina i legali di Poste hanno discusso a lungo con quelli di Etihad, soffermandosi sulle ricadute fiscali. In pratica nel 2017, quando New Az dovrebbe tornare alla redditività, il dividendo andrà ai soci di Midco (Poste e Old Az) che a sua volta girerà la cedola ai singoli azionisti della vecchia Alitalia. In questo doppio passaggio potrebbe annidarsi qualche insidia da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco perchè sarebbe stata chiesta la manleva a Poste di ripiegare sullo schema base.: per i legali della società pubblica, però, la Midco è a prova di bomba.
I soci di Cai dovranno dotare New Az almeno di 200 milioni per garantire la cassa entro fine anno. Ma con l’equity committment varato dall’assemblea di 250 milioni, ne resterebbero solo 50 da tenere di riserva per fronteggiare eventuali oneri sui contenziosi con AirOne e WindJet. Per Hogan è insufficiente: per questo, nel vertice con il governo, si sarebbe convenuto di versare altri 50 milioni, alzando la somma pro capite a carico di banche, Poste e Atlantia. Poste, che aveva già elevato da 40 a 50 e a 65 milioni il suo contributo - sempre tramite Midco -, dovrà portarlo a 71-72, più o meno come richiesto da Unicredit. In cambio però chiede che, nel waterfall, cioè la cascata di priorità nel rimborso, il suo intervento sia calcolato alla stregua dell’equity committment degli altri soci. Intesa dovrebbe versare circa 80 milioni, circa 65 Unicredit, 55 Atlantia. La quadratura del cerchio dipende da quanto possano mettere altri soci, come Immsi. Da rifinire anche i negative covenants, cioè le clausole che consentirebbero a Poste di monetizzare l’investimento in Midco se i soci di Old Az prendessero decisioni che la società pubblica dovesse ritenere dannose.

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