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Data: 01/08/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Altolà del Comune: stop ai superbonus per i dirigenti Atac. Dopo le proteste del Campidoglio, salta la votazione nel cda per i premi da nove milioni di euro da destinare ai manager

Togliere i piccoli premi di produttività e gli straordinari ad autisti, operai e impiegati, infilando bonus milionari per i dirigenti. È la doppia morale di Atac tradotta con una proposta di delibera che stabiliva lo stanziamento di 9 milioni 145mila euro di premi per dirigenti e quadri. Un documento (da oggi disponibile su www.ilmessaggero.it), che doveva essere votato ieri dal Cda, protocollato il 28 luglio, ma che all’ultimo momento è saltato. Una decisione arrivata dopo la sfuriata dell’assessore Guido Improta, che l’altra sera aveva ribadito l’intenzione del Comune, socio unico, di non far passare la proposta. Unanimi erano state anche le reazioni di maggioranza e opposizione in Campidoglio, nella ferma condanna all’idea di stanziare (a 4 mesi effettivi dalla fine dell’anno) premi per i dirigenti di un’azienda sull’orlo del fallimento, con 1,7 miliardi di euro di debiti accumulati negli ultimi dieci anni e già 65milioni di passivo nei primi sei mesi di gestione 2014.
IL DOCUMENTO
La richiesta del super bonus è partita - spiega il documento - da Emanuele Rinaldi, dirigente di Gestione, sviluppo e selezione del personale (ex responsabile della Sicurezza nell’era di Gioacchino Gabbuti, l’ex presidente indagato assieme ad altri sei manager per lo scandalo dei biglietti clonati). Dopo aver ottenuto il parere favorevole del responsabile del capo del personale, Giuseppe De Paoli (proponente), il fascicolo è finito alla struttura Affari legali per la verifica di legittimità, firmata da Franco Middei, l’ex direttore acquisti arrivato in Atac nel 2008, che a fronte delle inchieste su alcuni appalti sospetti che avevano toccato l’azienda, era sempre rimasto saldamente al suo posto. Segue il visto finale dell’ad Danilo Broggi. E a siglare in fondo alla proposta “Articolazione sistema Mbo per dirigenti e quadri”, che riporta la cifra di 9milioni 145mila 660 euro (ieri l’azienda ha comunicato che la cifra «non corrisponde al vero», spiegando che lo stanziamento sarebbe stato solo «teorico»; 4 milioni), ci sono le firme del segretario Roberta Pileri e del presidente Roberto Grappelli, che fissano obiettivi al di sotto di quelli stabiliti dal contratto di servizio. Atac ieri ha spiegato che «lo strumento incentivante la produttività (Mbo) non è una scelta discrezionale dell’azienda, ma un obbligo previsto da contratto». Ma negli ultimi due anni il super bonus era stato «congelato» proprio a causa della tempesta finanziaria in cui navigava, e naviga tutt’ora, l’azienda: nel 2012 erano stati fatti accordi con i dirigenti, a cui era stato chiesto di rinunciare a quote rilevanti del premio, in una maniera che sanava la questione pure dal punto di vista normativo; nel 2013 i bonus non erano stati pagati, perché molti dirigenti non se l’erano sentita di portare la cosa in Cda, con una situazione fallimentare, un cambio di Amministrazione in itinere e un ad dimissionario. Nel 2014, evidentemente, dopo l’iniezione di ossigeno con i fondi stanziati da Regione e Comune, la musica era cambiata.

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