PESCARA Il caso-porto finisce dritto dritto sul tavolo del Consiglio dei ministri. Lo ha rivelato Riccardo Nencini, sottosegretario alle Infrastrutture, durante il vertice al Marina di Pescara con il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, il sindaco Marco Alessandrini, il presidente della Camera di commercio Daniele Becci e i rappresentanti della marineria e della dàrsena commerciale. Secondo Nencini «il Governo è pronto ad assumere iniziative importanti a favore del porto di Pescara», ma ha pure ammonito le istituzioni locali «ad abbreviare i tempi per l'approvazione del Piano regolatore portuale». In tal caso, il Governo ha già in programma di inserire le emergenze abruzzesi nel decreto Sblocca Italia, di cui si è occupato ieri il Consiglio dei ministri. Da D'Alfonso ad Alessandrini, da Bruno Santori a Becci, tutti hanno sollecitato il vice ministro a prendere in esame le criticità delle infrastrutture abruzzesi. D'Alfonso, in particolare, ha chiesto nuovamente l'Autorità portuale per l'Abruzzo, un'istituzione strategica che serve per dare forza agli scali regionali, destinando ognuno dei quattro porti (Pescara, Giulianova, Vasto e Ortona) a una specifica vocazione. Il sindaco Alessandrini ha ribadito l'esigenza di un monitoraggio e di una bonifica continui del fiume, con relativi controlli «perché gli scarichi abusivi lungo l'asta fluviale - ha sottolineato - sono le cause principali dell'inquinamento e pure dell'insabbiamento del fiume, portando alla foce enormi quantità di detriti». Insomma, per Nencini il Comune e la Regione devono «pedalare» di gran lena, a quel punto il Governo sgancerà i benedetti 20 milioni di euro del primo stralcio previsto dal progetto complessivo del Piano regolatore portuale. Ora la palla passa a Capitaneria di porto, Consiglio superiore dei lavori pubblici, Regione e, infine, Comune, chiamati ad accelerare la procedura di vaglio e approvazione del Piano regolatore portuale.