L'AQUILA - La legge in Abruzzo parla chiaro, le auto blu non possono andare a prendere o riportare presidente e assessori fino a casa, ma devono partire e arrivare solo nelle sedi istituzionali più vicini, il resto si fa con mezzi propri.
Eppure, secondo quanto appreso da AbruzzoWeb, nella nuova Giunta, fin dalle prime riunioni qualcuno ha provato a "mitigare" la rigida norma, peraltro fissata di recente, anche se, finora, senza successo.
Tra gli assessori di Luciano D'Alfonso, voce che non trova smentita, qualcuno avrebbe proposto la possibilità di farsi venire a prendere e riaccompagnare a casa, senza doversi recare con mezzi propri nella sede istituzionale: proposta, che comporterebbe un aggravio di spesa e la necessità di una variazione di bilancio.
Ma è emblematico che qualcuno ci abbia solo pensato, visto che, come già scritto da questo giornale, una circolare interna a firma di Pierfranco Colangeli, dirigente Risorse umane e strumentali, ha denunciato che dipendenti, dirigenti e assessori della Regione continuano a utilizzare con molta poca parsimonia le auto blu e le circa 140 auto di servizio, e che di conseguenza nel 2014 sono stati già spesi 51 mila dei 79.701 euro messi a bilancio.
Il rischio, di conseguenza, è che tra poche settimane non ci sarà un euro a disposizione per rinnovare i contratti di noleggio delle auto di rappresentanza, che scadranno proprio tra agosto e ottobre, per comprare il carburante e pagare le manutenzioni.
A ciò si aggiunge che modificare il regolamento regionale, approvato dalla Giunta di Gianni Chiodi a seguito dello scandalo di Rimborsopoli, non sarà certo facile in termini giuridici, perché rappresenterebbe un clamoroso tradimento della lettera e dello spirito della legge anticorruzione e del decreto sulla spending review, ovvero la legge 95 del 2012, approvata dal governo di Mario Monti, di cui la norma regionale è solo un’applicazione.
All’articolo 10 del Regolamento è scritto infatti testualmente: “Le strutture della Giunta mettono a disposizione del presidente e degli assessori le autovetture di servizio a uso non esclusivo degli stessi, potendo le autovetture essere utilizzate anche dalla dirigenza, in relazione a esigenze di servizio, ferma restando la priorità dell'utilizzo del mezzo pubblico da parte della stessa”.
E al comma successivo si specifica che “le autovetture di rappresentanza e di servizio sono custodite nelle autorimesse presenti nelle sedi istituzionali della Regione”, e infine che “possono essere eccezionalmente essere utilizzate per trasportare rappresentanti di istituzioni, se invitati dal presidente della Giunta a partecipare a eventi istituzionali, in tal caso il tragitto percorribile è limitato agli spostamenti dal luogo di arrivo a quello di svolgimento del'evento istituzionale e da quest'ultimo al luogo di partenza”.
A scanso di equivoci, poi, nella relazione introduttiva, si spiega che l'utilizzo delle auto blu “comporta spostamenti dalle sedi istituzionali del presidente della Giunta e degli assessorati ad altre sedi istituzionali o in quelle in cui si volgono eventi ai quali presidente della Giunta o gli assessori, partecipano in virtù della carica ricoperta”.
E si cita l’articolo 5 del Decreto sulla spending review in cui si dice che "l'utilizzo delle autovetture di servizio e di rappresentanza assegnate in uso esclusivo è concesso per le sole esigenze di servizio del titolare".
Insomma, per tornare al paletto iniziale che qualcuno ha provato a mettere in discussione, in nessun caso lo spostamento dall’abitazione privata al luogo di lavoro può essere considerato un’attività istituzionale, e l’auto blu deve essere parcheggiata nella sede istituzionale della Regione, e non sotto la casa del potente di turno, come accadeva di sovente in passato.
Assessori e presidenti, se non possono proprio spostarsi con mezzi pubblici, l’auto blu pagata dal contribuente la possono utilizzare solo dopo che con mezzi propri sono arrivati sul luogo di lavoro, e hanno ”timbrato il cartellino”, entrando nell’esercizio delle loro funzioni, pagandosi il biglietto o il carburante della loro automobile, come fanno tutti i giorni milioni di lavoratori e pendolari italiani.
Ultima osservazione: per “esercizio delle funzioni istituzionali” la legge approvata a maggio non considera gli spostamenti effettuati in auto blu durante la campagna elettorale. Abuso che però è avvenuto spesso e volentieri.