SULMONA C'erano solo due assessori (Mazzocca e Di Matteo) su sei, oltre ai presidenti del consiglio e della giunta regionale Giuseppe Di Pangrazio e Luciano D'Alfonso, sul treno storico che, ieri, ha battezzato la prima delle giunte itineranti della legislatura. Assenze che non hanno fatto piacere al governatore, ma che non hanno impedito un confronto serrato con i dirigenti di Rfi e Fondazione Ferrovie sul futuro della linea Sulmona-Castel di Sangro. La carrozza presidenziale d'epoca, d'altronde, ha ripagato della levata domenicale chi ha partecipato all'evento promosso dal Parco della Majella, perché oltre al viaggio «senza tempo» che cuce paesi, borghi e natura dell'Appennino centrale, si sono scese le prime carte per assicurare alla Transiberiana d'Abruzzo (una delle quattro linee storiche riconosciute dalla Fondazione in Italia) sostentamento e sviluppo. Perché il treno storico abbia una cadenza almeno stagionale, infatti, ci vogliono almeno 100mila euro l'anno, anche «se la scommessa è quella di fare in modo che il treno sia a servizio del turismo -ha detto D'Alfonso- tutti i giorni. Noi vogliamo unirci in matrimonio con le Ferrovie perché gran parte del futuro della regione dipenderà dal turismo e dalla qualità dei servizi e dalla qualità delle Ferrovie dello Stato». Il «fidanzamento» D'Alfonso lo fa subito, per telefono, chiamando sul posto il nuovo ad di Rfi Maurizio Gentile (sulmonese) e annunciando a Sulmona un incontro con lui e Michele Elia (ad del gruppo Fs). «Porteremo in Europa il dossier di questa linea da inserire sulle Reti Ten -ha continuato il governatore- perché è uno straordinario esempio che unisce bellezze e modernità». Dove per modernità deve intendersi la mobilità ecocompatibile capace di sostenere il turismo. Per questo sarà necessario, oltre ai treni storici, rimettere sul binario, quotidianamente, anche i treni normali. «Per quelli c'è il contratto dei servizi in scadenza -ha concluso il presidente- vedremo di trovare le risorse».