L’AQUILA L'Abruzzo «facile e veloce» crolla all’improvviso al secondo Consiglio regionale della nuova legislatura, convocato ieri alle 11 e iniziato, tra ritardi e reiterate sospensioni, soltanto nove ore dopo, alle 20. E crolla proprio davanti alla legge che in «facile e veloce» dovrebbe trasformarlo, l’Abruzzo: vale a dire la legge di riorganizzazione dell'apparato amministrativo della Regione, che prevede la riduzione dei direttori (ora capi dipartimento) da dodici a sei e la nomina del direttore unico generale (si è sempre in attesa del sì del vice segretario della Regione Lombardia, Antonello Turturiello).
Che la maggioranza non fosse più così compatta si era avvertito già qualche giorno fa in una infuocata riunione, durante la quale, si narra, l'assessore Donato Di Matteo avrebbe guidato la «rivolta antiautoritaria». Troppo decisionista e soprattutto troppo accentratore, insomma, il governatore Luciano D'Alfonso che quella legge «rivoluzionaria» l'ha sottoposta ai suoi senza sufficiente anticipo e soprattutto senza condividere le nomine. Il mal di pancia ha fatto sentire tutti i sintomi già dalle prime ore della mattinata, complice l'assenza proprio di D'Alfonso, impegnato a Roma: la commissione Bilancio viene rimandata, aggiornata, rinnovata fino a sera, sotto lo sguardo perplesso dei 29 lavoratori del Cotir di Vasto che, anche loro in attesa, ma di uno stipendio, sono da diciassette mesi.
Le febbrili telefonate e i contatti dentro e fuori i corridoi dell'Emiciclo e persino l'arrivo di D'Alfonso nel pomeriggio non riescono a sbloccare la situazione: la commissione Bilancio viene così sospesa fino a giovedì prossimo e il Consiglio, quello che dovrà approvare la rivoluzione amministrativa dell'apparato burocratico, rimandato al 14 agosto.
«Conciati per le feste», insomma, tra qualche dubbio (anche di carattere costituzionale) e tante resistenze per una legge che prevede oltre ad un direttore unico generale e commissari «politici» in grado di avocare a sé le pratiche impastoiate nella «burocrazia dei pari», come l'ha definita D'Alfonso, anche di togliere l'abito di legge all'organizzazione amministrativa. A sera una nota dei consiglieri di maggioranza ha ribadito l’impegno a far approvare la legge: «Esprimiamo massima condivisione della proposta di modifica della legge regionale 77/99, che rappresenta l’inizio del cambiamento promesso agli abruzzesi».
Per i grillini, tuttavia, si tratta di «una pericolosa deriva autoritaria e di aumento dei costi. Perché -ha detto Domenico Pettinari- a domanda precisa, il presidente D'Alfonso è stato evasivo, assicurando che non ci saranno ulteriori oneri solo per quest'anno, mentre per il futuro non ha risposto». «Legge utile e necessaria», invece, secondo Alfonso Mascitelli (Idv), che tuttavia richiama l'amministrazione regionale «a rispettare e applicare quelle attualmente in vigore. Come quella del riallineamento di tutte le nomine di vertice degli enti, consorzi, agenzie e organismi regionali (Fira e Arta in primis)». Per restare in tema di nomine e poltrone.
Patrizio Iavarone