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Data: 05/08/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Banche-Poste, i soci di Alitalia di nuovo ai ferri corti

ROMA Banche e Atlantia contro Poste. Si riaccende la tensione tra i soci di Alitalia sulla dote per le nozze con Etihad. Nel pomeriggio di oggi dovrebbe giungere a Roma James Hogan e, probabilmente, incontrerà subito i soci. I tempi si stanno stringendo: venerdì è programmata la firma del contratto e i soci dovrebbero dare il via libera all’aumento di capitale salito da 250 a 300 milioni e a un altro aumento da 550 milioni funzionale alla ristrutturazione del debito. Ma ieri pomeriggio gli azionisti italiani hanno si sono divisi nuovamente tra loro: alle 15 c’è stata una riunione presso lo studio Bonelli Erede Pappalardo tra i rappresentanti delle banche, Atlantia e Poste, verso le 18 gli stessi uomini sono stati ricevuti dal Ministero dell’Economia dal consigliere Fabrizio Pagani, alla presenza anche di Gabriele Del Torchio.
Intesa Sanpaolo, primo socio con il 20,59%, Unicredit (12,99%) e Atlantia (7,44%) avrebbero chiesto a Poste (19,48%) rappresentate dal cfo Luigi Calabria, di alzare da 70 a 72 milioni (come era stato concordato nel vertice di palazzo Chigi di mercoledì scorso), il finanziamento alla Midco, la società cuscinetto che dovrebbe essere controllata al 100% dalla vecchia Alitalia (Old Az) e che avrà il 51% della nuova (New Az) di cui Etihad verrà ad avere il 49%.
LA NUOVA PRETESA CON CAIO
Le banche avrebbero anche chiesto alla società pubblica di partecipare al prestito-ponte da 300 milioni che dovrà essere erogato al momento del decollo. Ma da parte di Poste ci sarebbe stato un no su tutta la linea: solo 70 milioni di finanziamento alla Midco, come deciso dal cda di venerdì scorso, da versare al closing. Quindi a novembre o dicembre, quando arriveranno le autorizzazioni delle Autorità Antitrust. E per i 70 milioni dovrebbe essere previsto il pari passu, cioè un meccanismo di rimborso contemporaneo a quello dell’equity versato dagli altri soci.
Il muro opposto da Poste riapre la disputa sul riparto dei 230 milioni fra banche e Atlantia (al netto dei 70 di Poste nella Midco), della garanzia sull’impegno di equity da versare per integrare la liquidità di cassa di New Az (200 milioni) e 100 per far fronte al contenzioso che resterà nella Old Az. Atlantia sarebbe sempre contraria alla posizione privilegiata della società pubblica in Midco e, quindi, alla sua decisione di esborso inferiore (sia pure di qualche milione) che costringe, però, gli altri soci a farsi carico anche della sua porzione. Intesa dovrebbe accollarsi 90 milioni, Unicredit 80, Atlantia 60: questa la ripartizione visto che nessuno degli altri azionisti dovrebbe investire. La fumata nera di ieri, però, riapre i giochi. Per cercare una mediazione in extremis, Pagani ha convocato per mezzogiorno di oggi i capi azienda: dovrebbero esserci Francesco Caio (Poste), Giovanni Castellucci (Atlantia), Carlo Messina (Intesa) mentre Unicredit, essendoci il cda in mattinata, potrebbe essere rappresentata da Alessandro Decio. Il conto alla rovescia sta per partire e l’arrivo di Hogan, cui è stato promesso di chiudere entro venerdì, potrebbe suggerire a tutti i contendenti un passo indietro per favorire l’accordo.

Mobilità, parte oggi il negoziato

Inizia oggi il confronto tra azienda e sindacati sulle procedure di mobilità, comunicate il 31 luglio, per 2.171 lavoratori di Alitalia. Secondo la legge 223 in materia di licenziamenti collettivi, come primo step, si svolgerà il confronto in sede aziendale:
nonostante la normativa preveda 25 giorni di tempo, dovrebbe esaurirsi,
secondo fonti sindacali, già nell'incontro odierno, con la firma di un mancato accordo

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