ROMA Il lock up scende da 5 a 4 anni, gli accordi commerciali non saranno subordinati al closing, si riducono da 41 a meno di 5 le condizioni sospensive cui Etihad subordina il closing. Dei cinque punti ancora aperti, i grandi soci italiani di Alitalia spuntano dagli arabi tre concessioni. Ne restano in piedi altri due.
A FINE SETTEMBRE SÌ DEFINITIVO
In mezzo a queste, però, sarebbe maturata la disponibilità di Poste ad anticipare 25 dei 75 milioni del prestito alla Midco da versare a fine settembre quando Etihad scioglierà definitivamente le riserve riducendo, eventualmente (se i tempi dovessero coincidere) il prestito-ponte delle banche. Gabriele Del Torchio e i legali hanno lavorato fino a tardi per stendere i contratti, al termine di una giornata di riunioni anche con James Hogan: stasera alle 19 c’è il cda straordinario di Alitalia che dovrebbe mettere il sigillo all’accordo con Abu Dhabi che potrebbe essere siglato domani alle 16, dopo l’assemblea di Cai per il via libera al doppio aumento da 850 milioni. Il governo, intanto, ha fatto sapere che l’incontro con Hogan avverrà oggi.
Ma ormai solo un colpo di scena dovrebbe fermare la sottoscrizione di un contratto, subordinato però, ad alcune condizioni, calate drasticamente nelle ultime ore, come le autorizzazioni dell’Antitrust Ue. Proprio la presenza di queste condizioni sospensive frena la definizione di uno dei punti più spinosi: il finanziamento-ponte a Cai. Ma non tanto per la ripartizione (pro quota) fra le quattro banche delle necessità di cassa che dovessero presentarsi in autunno, quanto perché Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Popolare Sondrio, potrebbero essere chiamate ad aprire il rubinetto prima dell’arrivo del via libera Ue e del closing. Anche prima di fine settembre quando gli arabi scioglieranno le riserve, avendo compiuto tutte le verifiche. Ma se per qualunque motivo l’accordo definitivo dovesse saltare, Alitalia rischierebbe il naufragio e sui banchieri potrebbe abbattersi il pericolo del reato di concorso in bancarotta per aver finanziato una società nella consapevolezza del suo stato di decozione. Ecco perché Del Torchio, assieme ai legali del team di Sergio Erede, a quelli di Lombardi Molinari Segni (Unicredit) e di Pedersoli & associati (Intesa), hanno lavorato sodo per trovare un escamotage giuridico. Il tema del prestito-ponte - l’ammontare dipenderà dalle esigenze del momento - che rientra nell’ambito dei 300 milioni richiesti da Etihad, sarebbe stato uno dei temi dell’incontro avvenuto verso le 19,30 presso JpMorgan, advisor degli arabi. C’erano Hogan, Roberto Colaninno, Del Torchio, Giovanni Castellucci, Alessandro Decio, Carlo Messina (collegato in call), i legali tra cui Dla Piper (Etihad).
INTESA COMMERCIALE PRIMA
La riunione è iniziata in ritardo per il protrarsi del colloquio Hogan-Caio culminato in una lettera di intenti in cui si definiscono le sinergie fra Poste e Alitalia (vendite di biglietti, carte di credito, e-commerce) di importo pari (75 milioni) al prestito che erogherà la società pubblica alla Midco: Caio ha convenuto di anticiparne un terzo rispetto al closing, ma quando Abu Dhabi non potrà più ritirarsi. La prossima settimana si insedieranno team di Poste e di Etihad per mettere a punto la partnership.
Durante la riunione soci-Hogan si sarebbe discusso anche della riduzione dell’obbligo di non vendere le azioni: specie i legali di Unicredit e Intesa hanno strappato la riduzione a quattro anni, uno in meno di quello fissato da Etihad, così come gli accordi commerciali fra le due compagnie verranno stipulati prima di consumare le nozze. Inoltre i soci hanno ottenuto che, pur concedendo a Etihad il diritto di prelazione in caso di vendita, nel caso in cui gli arabi non dovessero perfezionare l’acquisto, riconosceranno un indennizzo ai venditori. Il decollo di Alitalia-Etihad potrebbe avvenire a gennaio 2015.