PESCARA Adesso, sul destino di corso Vittorio Emanuele, al termine dei lavori di riqualificazione, è spuntata l’ipotesi della consultazione popolare. Un referendum da sottoporre ai residenti l’ha infatti proposto ieri il presidente della commissione Grandi infrastrutture e Mobilità del Comune, Francesco Pagnanelli, del Partito democratico, al termine di un sopralluogo sulla strada che si è svolto insieme ad altri componenti della Commissione. Non solo. Nel menu delle possibili soluzioni da adottare, Pagnanelli, dello stesso partito del sindaco, Marco Alessandrini, si è detto contrario all’eventualità prospettata dal primo cittadino, nei giorni scorsi: cioè quella di riaprire la strada al traffico delle auto, ma solo a senso unico. A questa divergenza di vedute si aggiunge, poi, anche la spaccatura tra i commercianti, i quali in parte sono favorevoli alla riapertura del corso al traffico, e in parte no. Inoltre, l’opposizione di centrodestra è pronta a rimarcare come l'opera fosse destinata al filobus (Marcello Antonelli di Forza Italia) o che con il senso unico si rischia di creare un'autostrada in città (Carlo Masci di Pescara Futura). In più i grillini, presenti con, oltre alla componente della Commissione Erika Alessandrini, Enrica Sabatini e Massimiliano Di Pillo, che incalzavano il responsabile del procedimento dell’opera, il funzionario comunale Donato Ballone, per capire quali siano le possibilità tecniche di far tornare le auto sul corso. Ieri mattina, durante il sopralluogo, Ballone ha ripetuto, quasi fosse un mantra, che «tutta l’opera è a norma e che ogni decisione sulla strada sarà una decisione esclusivamente politica». È stato questo il quadro che si è presentato ieri su corso Vittorio (presenti, tra gli altri componenti della commissione, Guerino Testa, in rappresentanza di Massimo Pastore, Emilio Longhi e Fabrizio Rapposelli), con vari capannelli di persone che, man mano, si formavano intorno ai politici: con i commercianti che chiedevano spiegazioni o protestavano (Marina Dolci, per esempio, chiedeva lumi sulla pericolosità di un eventuale transito di auto; mentre a Feliciano Marcantonio non è andata proprio giù l’installazione, sulla strada, di alcuni «lumini da cimitero»). Tutto questo con una strana alleanza che si è andata formando. Il duo Pd-Ncd (che a livello nazionale sono alleati nel governo Renzi), più il Movimento Cinque Stelle, tutti e tre favorevoli a un referendum. Se, infatti, per Pagnanelli, seppur a titolo personale, «occorre un referendum consultivo», per Testa «la consultazione della città è indispensabile», mentre per Alessandrini e Sabatini «serve una decisione condivisa coi cittadini». Una «passeggiata», tuttavia, quella di ieri, che però, almeno per il momento, ha fugato i dubbi su un ipotetico passo indietro relativo all’eliminazione di potenziali «criticità» (come erano state definite giorni fa dal vice sindaco Enzo Del Vecchio) quali le casseforme e le fontane costruite durante la riqualificazione della strada. «Non proporremo di eliminare nessun elemento», ha precisato Pagnanelli, «anche perché la Corte dei conti ci sanzionerebbe». Nei prossimi giorni, Pagnanelli stilerà un rapporto che sarà discusso nella prossima riunione del gruppo, che si terrà, probabilmente, ferie permettendo, mercoledì prossimo. «Dopodiché», ha concluso Pagnanelli, «presenteremo al nostra decisione al vicesindaco».