Al momento del voto è mancato il numero legale. Il termine scade il 15 settembre
L’AQUILA L’aeroporto dei Parchi di Preturo è a rischio chiusura. Il 15 settembre, infatti, scadrà il termine, concesso dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) per adeguare la Resa (area di sicurezza di fine pista), con lo spostamento della recinzione aeroportuale. I lavori sono, infatti, necessari per mantenere la validità della certificazione concessa allo scalo aquilano da parte dell’ente. Sulla questione avrebbe dovuto deliberare ieri il consiglio comunale per consentire agli uffici tecnici di dare il via alle opere di adeguamento. Al momento del voto, tuttavia, è saltato il numero legale, soprattutto a causa di assenze tra i banchi della maggioranza. A sottolineare le defezioni anche il sindaco Massimo Cialente, che ha chiesto la verifica del numero legale: «perché è bene che la città conosca come stanno le cose». All’appello hanno risposto solo 12 consiglieri (su un numero minimo di 16). Tra gli assenti della maggioranza, oltre a Tonino De Paolis e Salvatore Placidi, fuori città, anche Pierluigi Mancini e Giuseppe Ludovici che hanno lasciato l’aula in occasione della votazione sullo scalo aquilano. L’emendamento, illustrato dall’assessore al ramo Emanuela Iorio, limitava al solo adeguamento della Resa l’efficacia della delibera dello scorso maggio con la quale veniva licenziato il progetto di variante al piano regolatore per permettere «l’inserimento nel sedime aeroportuale e l’esproprio delle aree interessate all’ampliamento e all’efficientamento del complesso». Con l’emendamento che non è stato approvato ieri, dunque, si limitava l’intervento alla sola area necessaria a realizzare l’allungamento della Resa per evitare la sospensione della certificazione Enac e la conseguente chiusura dello scalo. Il punto all’ordine del giorno tornerà in consiglio domani. L’assemblea ha approvato la proposta deliberativa riguardante la realizzazione di un programma costruttivo, nella zona di Paganica, in un’ex area Peep, per consentire la delocalizzazione di edifici, danneggiati dal sisma, che erano stati costruiti su un’area posta su una cosiddetta «faglia attiva e capace», nella quale, alla luce della normativa, non è più possibile realizzare programmi costruttivi, a eccezione di parcheggi. Via libera anche all’atto deliberativo sul cambio di destinazione d’uso di un manufatto, di 210 metri quadri, a San Gregorio, che passa così da uso agricolo a quello per somministrazione di alimenti e bevande. Approvato il regolamento che disciplina i patti di collaborazione tra i cittadini per la cura, la rigenerazione e la gestione dei beni comuni urbani.