Qualcuno è ancora un po’ confuso e chiede: ma le Province non dovevano essere soppresse? Una mezza verità, perché il 12 ottobre si tornerà al voto per l’elezione del presidente e dei consiglieri provinciali, anche se si tratta di elezioni di secondo livello ai quali avranno accesso soltanto i sindaci e i consiglieri comunali. Dunque, nessun ritorno alle urne per gli elettori dopo l'abbuffata del 25 maggio. La questione, semmai, è strettamente politica proprio per il fatto che l'elezione del nuovo presidente della Provincia passerà dagli apparati di partito, fortemente radicati negli enti locali.
A Pescara la situazione è nota: su 47 Comuni della provincia, 16 sono governati dal centrodestra, gli altri dal centrosinistra. Il Pd assapora dunque la possibilità di riprendersi Palazzo dei Marmi dove, nel 2009, Guerino Testa portò alla vittoria il centrodestra nel fortino rosso di piazza Italia, sfatando un tabù che resisteva da decenni. Chi crede invece che la partita sia ancora tutta da giocare è il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, a detta del quale la tornata di autunno può essere considerata un ottimo test per verificare lo stato di salute del suo partito e dell’intera coalizione, per poi rilanciarsi sul territorio. Il consigliere regionale Lorenzo Sospiri smorza però l'entusiasmo del suo coordinatore: «Non condivido l'analisi di Pagano. Dubito, infatti, che le provinciali, dove voteranno solo gli eletti, possano costituire un test rispetto al voto del 25 maggio. Si tratta di elezioni in cui non conta ciò che si è oggi e che non rispecchiano il sentire della gente comune». Anche per Sospiri la partita va però giocata sino in fondo: «Noi abbiamo 16 sindaci e sono in tanti quelli che potrebbero aspirare ad una candidatura, sempre se il presidente uscente, Guerino Testa, non vorrà riproporre la sua». La nuova legge di riforma consente infatti ai presidenti in carica (ma soltanto per questa prima tornata elettorale) di ripresentarsi per la guida dell’ente assieme ai sindaci del territorio, anche se non è prevista alcuna indennità di carica ma solo dei rimborsi spesa (così anche per i consiglieri), mentre restano da precisare le competenze, vecchie e nuove, che saranno attribuite alle nuove Province su deleghe del Governo e delle Regioni. Come si vede c’è ancora tanta confusione a meno di due mesi dal voto. Sembra, tra l'altro, che Testa non abbia alcuna intenzione di rimettersi in gioco per la presidenza della Provincia, mentre sono tanti i sindaci del centrodestra già allo start: Francesco Maragno (Montesilvano), Sandro Marinelli (Pianella), Maria Felicia Maiorano (Cappelle sul Tavo), Maurizio Giancola (Scafa), e altri ancora. Dibattito più che mai aperto anche nel centrosinistra, dove alcuni primi cittadini targati Pd, come Antonio Di Marco (Abbateggio) e Gabriele Florindi (Città Sant'Angelo) non vedono l’ora di riaccendere la sfida. Le liste dei candidati dovranno essere presentate venti giorni prima del voto. Sia nel centrodestra che nel centrosinistra è tuttavia forte la tentazione di proporsi al giudizio degli eletti utilizzando grandi aggregazioni civiche che, soprattutto nell’entroterra, hanno spesso la funzione di mescolare le carte e di fare saltare il banco al tavolo dei partiti tradizionali e delle alleanze blindate.